“Tangentopoli è viva e lotta insieme a noi”, scherza amaramente il videdirettore de il Fatto Quotidiano Marco Travaglio durante il convegno ‘Mani Pulite… vent’anni dopo“, organizzato ieri presso l’Università Tor Vergata a Roma. “L’indagine è finita quando ha iniziato a scendere dai piani alti ai piani bassi”, spiega Travaglio, “determinando la fine di quel consenso popolare che l’aveva contraddistinta al suo esordio”. E ancora: “Quando la gente ha capito che ce n’era per tutti, ha voltato le spalle ai magistrati”. Tra i relatori anche l’ex pm del pool di Milano Antonio Di Pietro, che rivendica i risultati delle inchieste dei primi anni novanta. “Altro che fallimento: Mani pulite rivelò il malcostume della prima Repubblica e indicò alla seconda una strada per non ricaderci”. Ma le cose sono poi andate diversamente: “Perché il sistema criminale si è addirittura perfezionato, e chi doveva andare in carcere è andato in Parlamento”, chiude Di Pietro. Presente anche il penalista e ex deputato di Forza Italia, Carlo Taormina, che spara a zero su governo e Renzi: “Lui è buono per arringare la folla, è un Berlusconi ma più superficiale”. E confida in Grillo: “Dopo il M5S non c’è più niente (video). Ma spero che eviteranno altri errori sui dissidenti” di Irene Buscemi
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