Ultimamente gli inciuci giudiziari di leader nazionali son finiti nel dimenticatoio, ora si parla di Renzi e Grillo. A partire dal loro confronto, un perfetto esempio di civiltà. Il punto forte che, infatti, il mondo invidia alla rivoluzione italiana è che non necessita di riforme, ma del plauso a due leader che si rinfacciano ciò che tutti già sanno.
L’Italia è il Paese più democratico al mondo, pensateci bene: in Parlamento ci si può insultare, alzare le mani o fare festini. Un leader nazionale può dire di fronte al popolo e in faccia al Presidente di essere antidemocratico con lui, in nome della democrazia! Sempre democraticamente si può sopprimere il diritto alla critica e cacciare chi non infrange le regole.
Ma parliamo di cose serie. Quello di Renzi sarà un governo sessista, in cui metà dei ministri sono donne, per la prima volta nella storia di un paese sessista. È importante concentrarsi sul perizoma della Boschi, così non si spettegola sulle competenze della Boschi. Mentre sfreghiamo le mani e intortiamo la lingua alla Fantozzi, in Tunisia, per la prima volta nella Costituzione di un paese arabo e islamico, viene sancita l’uguaglianza tra uomo e donna.
Ma volete mettere i tunisini che scoprono l’acqua calda a paragone con l’imbarazzo della Merkel in Israele con i baffetti alla Hitler? Una notizia da prima pagina, affiancata da lo scontro tra Belen e la d’Urso e le scapezzolate di Beyoncé sul palco. Notizie che fanno concorrenza a Luxuria che protesta in Russia con abito Rainbow. Salvini ha ragione quando chiede di scambiarla con i marò accusati di terrorismo. Dopotutto se l’è cercata, così come se la cercano i gay in Uganda, le ragazze in gonna che fanno tardi la sera e i pescatori che giocano a fare pirati e che, armati di canna da pesca e canoa, assaltano una petroliera. Ci consoliamo con l’accusa di terrorismo a quei NoTav artefici di un sabotaggio senza vittime.
Che vergogna anche ogni singola parola di Renzi: perché è pop, perché è trendy e populista, perché ha la c toscana ma non chiede mai una Coca Cola con la cannuccia corta pubblicamente. Per farci divertire dice solo supercazzole, ci diverte anche solo dirla questa parola: supercazzole. Renzi rinuncia agli alibi, se sbaglia sarà colpa sua. Proprio come per Bersani che, colpevolizzato e costretto alle dimissioni, viene riaccolto con una standing ovation in Parlamento dopo il suo malore, come a dire: “Menomale, ci sarebbe rimasto sulla coscienza”. Vergogna anche per Alfano, che di recente non ha fatto dichiarazioni degne di critica, ma che “è carismatico solo se non inquadrato in primo piano”.
Attendiamo con ansia il cuneo fiscale, che non sappiamo ancora quanto sia penetrante, né soprattutto dove ce lo vogliano inserire. Ma un’idea ce l’abbiamo. A noi piace dare messaggi forti. A noi piace la tradizione. Quella dei tagli sulla sanità anziché degli investimenti sulla prevenzione; dei tagli alla cultura, tra i settori più redditizi del paese. Per noi è una soluzione indebitarci per pagare i debiti anziché prendere spunto da esempi virtuosi. Noi siamo avanti, abbiamo superato anche Einstein. Quel povero stolto era convinto che fosse folle aspettarsi di “ottenere risultati diversi facendo sempre le stesse cose”. Non in Italia ovviamente.
Nel mentre abbiamo risorse da buttare. La Germania, famosa per il suo clima tropicale, si arricchisce con il rinnovabile e crea 270mila posti di lavoro. Il Colorado incassa più di 8 miliardi dalla canapa, da molti considerata l’oro verde. Ma all’accoppiata Renzi-Alfano piacciono i temi economici non etici. Quelli son di competenza del Vaticano e del suo primato: il Paese che consuma più vino al mondo pro capite. E non raccontatemi la storia dell’eucarestia, non regge.
Intanto Intel decide di non usare più minerali derivati dallo sfruttamento di risorse in Africa, provenienti da cave gestite per lo più da spietati signori della guerra. Giusto per dare una buona notizia, quelle che ogni giorno capitano nel mondo e danno speranza in un futuro migliore, anche se il neo-realismo italiano, come dimostra quest’articolo, non le promuove e diffida di proposte e analisi costruttive. Ci piacciono l’ironia spicciola, la polemica sterile, l’insulto gratuito: Renzi sembra Fonzie, Berlusconi ha una faccia di cera, Bersani è un morto che cammina, Grillo è un buffone. D’altronde tra Renzie e le scapezzolate di Beyoncé c’è solo il nostro futuro, quello che sta noi costruire, ma che ci possiamo fare? Io vado a pranzo.
di Maura Fancello, Gian Luca Atzori