I membri del governo indagati devono dimettersi? Si, no, forse. Il ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Stefania Giannini, a Napoli per firmare l’accordo di programma quadro per la ricostruzione dello Science Centre della Città della Scienza, dimostra di non avere le idee chiare su quale debba essere il futuro dei ministri, sottosegretari e viceministri del governo Renzi indagati (Lupi, Barracciu, Del Basso de Caro, De Filippo e Bubbico), dopo il passo indietro di Antonio Gentile, ex sottosegretario alle infrastrutture. Così, a domanda diretta (“devono dimettersi?”) si lascia sfuggire un laconico “Sa come la penso, quando si crea imbarazzo al Governo…”. Poi, pochi minuti dopo, quando le chiediamo di chiarire la sua posizione torna sui suoi passi: “Volevo dire che io sono garantista come credo si debba essere, quindi saranno gli sviluppi delle varie vicende a dare delle soluzioni”. Nessuno deve seguire l’esempio di Gentile? “No, mi sembrano casi diversi per quel poco che ne so” di Andrea Postiglione
Gentile lettore, la pubblicazione dei commenti è sospesa dalle 20 alle 9, i commenti per ogni articolo saranno chiusi dopo 72 ore, il massimo di caratteri consentito per ogni messaggio è di 1.500 e ogni utente può postare al massimo 150 commenti alla settimana. Abbiamo deciso di impostare questi limiti per migliorare la qualità del dibattito. È necessario attenersi Termini e Condizioni di utilizzo del sito (in particolare punti 3 e 5): evitare gli insulti, le accuse senza fondamento e mantenersi in tema con la discussione. I commenti saranno pubblicati dopo essere stati letti e approvati, ad eccezione di quelli pubblicati dagli utenti in white list (vedere il punto 3 della nostra policy). Infine non è consentito accedere al servizio tramite account multipli. Vi preghiamo di segnalare eventuali problemi tecnici al nostro supporto tecnico La Redazione