Scelto fra ottanta idee arrivate direttamente dagli appassionati al Consorzio di Tutela dell’Ovada docg, il claim rappresenterà il vino rosso corposo e strutturato, simbolo enologico dell'Alto Monferrato, zona meridionale del Piemonte al confine con la Liguria
Di solito i claim (quelle frasette, semplici da ricordare, che vengono associate ai prodotti o alle marche nella pubblicità) sono decisi da abilissimi (e costosissimi) consulenti di comunicazione, dopo attente analisi di marketing e approfonditi sondaggi di opinione. Nel raffinato e a volte ruspante mondo del vino, però, le cose possono andare anche in modo diverso, quando a scegliere sono direttamente gli appassionati. L’Ovada docg o Dolcetto d’Ovada Superiore è considerato il gioiello enologico dell’Alto Monferrato, la zona meridionale del Piemonte, al confine con la Liguria. Per i non esperti (al fine di evitare figuracce) è bene ribadire che, malgrado il nome, non è affatto un vino dolce, ma un rosso corposo e strutturato, dal colore rubino tendente al granato e dal sapore asciutto, con note di mandorla o di frutta rossa.
Nel 2008 ha ottenuto dal Ministero dell’Agricoltura la Denominazione di origine controllata e garantita e il neonato Consorzio di Tutela dell’Ovada docg dal 2013 si impegna per promuovere la conoscenza del vino e la sua immagine nel mondo. Mesi fa è stato bandito ufficialmente il concorso Un motto per l’Ovada, per chiedere di trovare la frase adatta direttamente agli estimatori del vino, considerati gli unici in grado di comprendere e comunicare in modo più semplice l’emozione che si prova nel berlo: «L’idea non era solo quella di vendere un un vino – spiega la produttrice Lidia Carbonetti, romana trapiantata a Ovada per diletto e lavoro – ma anche un territorio e la sua storia. Io mi sono innamorata di questa terra appena l’ho vista e vorrei raccontarla a tutti». E infatti, la trovata del concorso è piaciuta non solo agli ovadesi. In totale sono arrivate più di ottanta idee, un po’ da tutto il nord Italia. Dopo un’attenta selezione, la commissione alla fine ha deciso: la proposta di Marco Farinetti “È ora di Ovada” sarà il nuovo claim del Consorzio.
Per dovere di cronaca, è bene dire che al secondo e al terzo posto si sono piazzati Passione Dolcetto e Ovunque Ovada, rispettivamente proposti da Laura Almasio e da Guido Ravera. Il vincitore non ha vinto una crociera in giro per il mondo, ma sarà comunque felice, visto che potrà godersi trentotto bottiglie di Ovada docgrappresentative di tutti gli associati. E comunque, nessuno resterà insoddisfatto: il Consorzio ha deciso di estendere i riconoscimenti anche al secondo e al terzo classificato, e di conferire a tutti gli altri partecipanti un buono-sconto per l’acquisto di vino.
«Siamo davvero felici – commenta raggiante Italo Danielli, il presidente del Consorzio – sia per l’elevato numero di partecipanti al concorso, sia per la qualità dei contributi pervenuti. Il claim “È ora di Ovada” ci è parso sintetizzare in modo efficace il concetto di una nuova, emergente stagione per questo vino che intendiamo sempre più far conoscere e amare come uno dei grandi rossi piemontesi, emblema distintivo per l’intero territorio dell’Alto Monferrato ovadese». I produttori sono ormai scatenati e non intendono lasciare isolata l’iniziativa. Stanno già studiando altre proposte per far crescere sempre più uno stretto dialogo tra produttori e fan. Una volta facevano così solo i cantanti. Ormai i tempi sono cambiati, anche per il vino.
di Danilo Poggio