La società d'imbottigliamento si è difesa dicendo che la campagna pubblicitaria era prevista da tempo e che alcuni spot in radio e tv sono già stati cancellati. Ma per i tifosi non basta
Da una settimana su alcune riviste tedesche compare l’inserzione pubblicitaria dell’acqua Rosbacher: una bottiglia posta a fianco del volto sorridente di Michael Schumacher. Un accostamento che ha mandato su tutte le furie i tifosi del campione tedesco, da oltre due mesi in stato di coma nell’ospedale di Grenoble, che hanno accusato la compagnia tedesca di sciacallaggio. La campagna pubblicitaria sembra sia stata prodotta a dicembre, poche settimane prima dell’incidente di Schumi il 29 dicembre sulle piste da sci di Meribel. La società, Hassia, che imbottiglia l’acqua, ha subito diffuso un comunicato, sostenendo: “Abbiamo reagito subito dopo l’incidente cancellando i previsti spot radiofonici e televisivi, non potevamo però sostituire alcuni annunci in così poco tempo, soprattutto quelli di stampa”. Anche se, fanno notare alcuni critici sui quotidiani tedeschi, al più presto questi annunci sono andati in stampa a gennaio quindi, volendo, c’era tutto il tempo di rimuoverli.
Oggi poi anche il circuito di Sakhir, nel Bahrein, dove dal 2004 si corrono le gare di Formula 1, ha annunciato che dedicherà la curva numero uno della pista a Schumacher: un omaggio al campione che ha vinto la gara inaugurale del GP del Bahrain nell’anno del suo decimo anniversario. In questo caso, la storica portavoce di Schumi, Sabine Kehm, si è affrettata ad approvare la decisione dicendo: “La famiglia di Michael intende ringraziare il personale del Bahrain International Circuit per questo splendido gesto. Un riconoscimento che a lui stesso avrebbe fatto molto piacere”. Eppure, il Bahrain International Circuit è il giochino voluto dall’allora erede al trono e oggi principe del Qatar Salman bin Hamad Al Khalifa, che ha speso quasi 150 milioni di euro solo per la costruzione e ne versa altri 40 ogni anno alla Formula Uno per pubblicizzare agli occhi del mondo la grandeur dell’emirato del Golfo Persico. Una delle dittature più feroci e repressive della zona.
Ma di tutti questi utilizzi propri o impropri del suo nome, Micheal Schumacher non ne sa nulla. Da oltre due mesi ricoverato nell’ospedale universitario di Grenoble, resta in coma artificiale, tenuto in ipotermia dai medici che hanno rimosso alcuni dei coaguli di sangue nel cervello in due operazioni perfettamente riuscite. Anche se, secondo alcune agenzie di stampa, non sarebbe stato possibile rimuoverli tutti. Per questo, su alcuni quotidiani britannici e tedeschi si fanno speculazioni sul suo stato di salute, e alcuni luminari interpellati hanno detto che i tempi del processo artificiale di risveglio sembrano essere troppo lunghi, facendo temere il peggio. Mentre le ultime parole arrivate dal suo staff sono quelle pronunciate da Sabine Kehm, che la settimana scorsa ha detto: “La situazione resta invariata”. E ha poi spiegato che “la fase di risveglio fase richiedere molto tempo e questo, con nostro rammarico, può portare a interpretazioni errate”.