Si tratta del gruppo 6 Gdo Despar di Castelvetrano (Trapani), fiorente fino quando a governarlo erano l’attuale boss latitante e il comprimario, con tanto di sentenza passata in giudicato, Giuseppe Grigoli. La vertenza ha registrato una pubblica discussione attorno al tavolo costituito dalla presidente della commissione antimafia europea, Sonia Alfano
Provate ad immaginare cosa poteva essere e cosa poteva esserci attorno ad una catena commerciale come il gruppo 6 Gdo Despar di Castelvetrano (Trapani) quando a governarlo erano l’attuale boss latitante Matteo Messina Denaro e il suo socio, e comprimario, con tanto di sentenza passata in giudicato, Giuseppe Grigoli. C’erano ricchezze, tanta occupazione, il più grosso centro commerciale non solo del trapanese, Belicittà. Da qui partivano i mezzi diretti non solo nei supermercati del trapanese, ma anche di Agrigento e Palermo. Grigoli era il “re”, il suo era un regno da 750 milioni di euro. Con lui lavoravano i familiari più intimi del boss che si dice di tanto in tanto entrava di nascosto in azienda, “camuffato”. Oggi c’è la rovina, seguita alla confisca.
Colpa della norma? Può darsi. Ci sono due amministratori giudiziari, Nicola Ribolla e adesso si è aggiunto come consulente ad affiancarlo l’avvocato Antonio Gemma, vicinissimo al ministro Angelino Alfano. È concreto il pericolo del fallimento e 500 lavoratori rischiano il posto. Una parte dell’”impero” ha già chiuso i battenti, la Specialfruit, piattaforma commerciale dell’ortofrutta una volta imbattibile, venduta dall’amministratore giudiziario nonostante un aumento di capitale che tolse soldi al socio 6Gdo. Ne approfittarono i fratelli marsalesi Sfraga, alleati ai casalesi.
A Castelvetrano la vertenza Despar ha registrato una pubblica discussione attorno al tavolo costituito dalla presidente della commissione antimafia europea, Sonia Alfano, che ha convocato l’agenzia dei beni confiscati con il prefetto Laganà, rappresentanti politici, sindacali.
Davanti a loro i lavoratori del gruppo apposta venuti nell’aula magna del liceo scientifico Cipolla, la scuola, guarda caso, frequentata da “Lorenzina” la figlia di Matteo Messina Denaro. È l’unica scuola a Castelvetrano con un’ampia aula magna. Non c’è stato un risultato finale, ma si punta a raggiungerlo per evitare il tracollo definitivo. L’amministratore Ribolla ha difeso il proprio operato, non ha spiegato però come mai alcuni supermercati che non pagavano la casa madre avrebbero continuato ad essere riforniti, come è risultato al Tribunale, oppure come mai a fronte della crisi lo scorso anno Despar ha pagato 250 mila euro di sponsorizzazione alla squadra di basket del Trapani. Sonia Alfano si è rivolta al premier Matteo Renzi: “Assuma l’impegno finanziario necessario e urgente per salvare l’azienda”.
C’erano trattative in corso per la cessione del gruppo, ma sono naufragate altre trattative sono state avviate ha detto il prefetto Laganà, entro pochi giorni se ne conoscerà l’esito: “Non può passare altresì il messaggio che un’azienda confiscata a Matteo Messina Denaro rischi di chiudere dopo essere entrata nel patrimonio dello Stato”. Una ipotesi è quella della nascita di cooperative i lavoratori così potrebbero rilevare almeno una parte del gruppo. Come è successo a Trapani per la Calcestruzzi Ericina anch’essa confiscata. Ma serve, come è stato per la Ericina, un “coro” più ampio, lo ha sollecitato il vescovo di Mazara, Mogavero: “Il problema va risolto e l’unità di tutte le istituzioni interessate, è la strada da percorrere per la speranzosa soluzione della vicenda”. In platea molti lavoratori con gli occhi lucidi. Tra loro l’operaio che la settimana scorsa ha minacciato di darsi fuoco davanti ai cancelli dell’azienda. La soluzione non può tardare, il 7 marzo il fallimento sarà al vaglio del Tribunale.
LA PRECISAZIONE DI PALLACANESTRO TRAPANI: “PER LA SPONSORIZZAZIONE GLI EURO ERANO SOLO 25MILA”
Il presidente della Pallacanestro Trapani Pietro Basciano tiene a precisare che il costo della sponsorizzazione concordata col gruppo imprenditoriale non è stata di 250 mila euro come scritto nell’articolo (notizia che avevamo appreso in ambienti giudiziari e a conclusione di una riunione cui erano presenti gli amministratori giudiziari del gruppo ndr) ma 25 mila euro per due stagioni sportive “2011\2012 e 2012\2013 con opzione per una terza stagione (mai esercitata dalla 6GDO), il cui valore complessivo ammontava a €. 25.000. Dei 50 mila euro previsti nel contratto, ad oggi, solo 40 mila euro sono stati effettivamente incassati dalla Pallacanestro Trapani”. Prendiamo atto della precisazione e ci scusiamo dell’errore. L’articolo peraltro non chiamava assolutamente in causa la Pallacanestro, ma semmai la gestione del gruppo Despar che sebbene in crisi aveva assunto l’onere di questa sponsorizzazione. Come si evince dalla lettura dell’articolo la Pallacanestro Trapani non è stata inclusa in contesti illegali. R. G.