Il ministro delle Riforme ha risposto così a un'interrogazione del M5s sul sottosegretario Barracciu: "Rispettare i principi fondamentali della Costituzione che comprendono la presunzione di innocenza che per noi è fondamentale"
“Il governo non chiede dimissioni di ministri o sottosegretari sulla base di un avviso di garanzia”: lo puntualizza nell’Aula della Camera il ministro per i Rapporti con il Parlamento Maria Elena Boschi rispondendo al question time ad una interrogazione sulla nomina di Francesca Barracciu a sottosegretario, precisando che “Barracciu risulta iscritta nell’elenco degli indagati“. Rispondendo ad una interrogazione del Movimento Cinque Stelle Boschi dice che “il sottosegretario Barracciu ha acquisito negli anni una notevole esperienza politica ed amministrativa arricchita anche dall’esperienza al Parlamento europeo: fattori che le consentiranno di dare un contributo al governo. Al momento la dottoressa Barracciu risulta iscritta nel registro degli indagati. Il governo non chiede le dimissioni di ministri e sottosegretari sulla base di un avviso di garanzia. Abbiamo giurato sulla Costituzione, che contempla il principio fondamentale della presunzione di innocenza; l’avviso di garanzia è un atto dovuto a tutela dell’indagato e non una anticipazione della condanna. Il procedimento si trova nella sua fase preliminare e lo stesso sottosegretario ne ha chiesto una accelerazione. All’esito il governo valuterà se chiederne le dimissioni”.
Una presa di posizione che, certo, si concilia a fatica con l’esito del caso di Antonio Gentile, il sottosegretario alle Infrastrutture e ai Trasporti che si è dimesso 48 ore dopo il suo giuramento e dopo le accuse – durante diversi giorni – legate alla mancata uscita di un giornale calabrese che avrebbe scritto di un’inchiesta sul figlio di Gentile. Gli indagati al governo sono 5: i sottosegretari Francesca Barracciu (Cultura), Umberto Del Basso De Caro (Infrastrutture e Trasporti) e Vito De Filippo (Salute), il viceministro Filippo Bubbico (Interno) e il ministro dei Trasporti Maurizio Lupi. Tanto che la stessa Rosi Bindi aveva detto: ‘Trovo poco opportuno e poco corretto che chi è inquisito per reati relativi al finanziamento dei gruppi regionali sieda nel gruppo”. Il riferimento è a Barracciu (che per questo motivo era stata esclusa dalla corsa a presidente di Regione in Sardegna), Del Basso De Caro e De Filippo. E la conferma è la freddezza del leader del Nuovo Centrodestra Angelino Alfano: “Rispettiamo la scelta del Pd” si limita a dire a commento delle parole della collega Boschi.