“Processo disciplinare al Csm per il giudice della Cassazione, Antonio Esposito“. A chiederlo è stato il procuratore generale della Cassazione, al termine dell’istruttoria a seguito dell’intervista all’indomani della sentenza Mediaset a carico di Silvio Berlusconi.
A inizio febbraio il pg della Suprema corte, Gianfranco Ciani, aveva convocato il magistrato, presidente del collegio che ha condannato in via definitiva il leader di Forza Italia per frode fiscale. Al termine dell’istruttoria, avviata a novembre scorso, il pg ha deciso per il processo disciplinare.
Il caso Esposito, e quell’intervista al Mattino dal titolo “Berlusconi condannato perché sapeva, non perché non poteva non sapere”, era già finita al Csm, ma il 13 novembre il Plenum di Palazzo dei Marescialli aveva archiviato la pratica per il trasferimento d’ufficio aperta alla prima Commissione. In quella sede vennero rilevati nella condotta del magistrato profili di natura disciplinare e deontologica da valutare nella sedi competenti. Alcuni giorni dopo, infatti, il pg di Cassazione, cui assieme al Guardasigilli, spetta l’azione disciplinare, aveva avviato l’istruttoria.
Intanto il Corriere della Sera scrive che una istruttoria pre-disciplinare è incorso da parte procura generale della Cassazione, nei confronti del pm di Milano Ferdinando Esposito, nipote di Antonio. Gli accertamenti sono stati avviati a seguito della notizia di un’indagine da parte della procura di Brescia sul pm dopo l’esposto di un avvocato. Quest’ultimo sostiene di avergli fatto favori e prestato dei soldi per pagare l’affitto, restituiti solo in parte.”Sono provato ma sereno. Mi sono sempre comportato correttamente e credo verrà provata la mia estraneità sia a livello disciplinare sia penale” dice il pm finito già nelle cronache perché fotografato a cena con l‘ex consigliera regionale Nicole Minette, all’epoca già indagato per il caso Ruby.