Espulsi via blog Bencini, Bignami, Casaletto, Mussini e Romani che avevano annunciato l'addio da Palazzo Madama per protesta dopo l'allontanamento dei "dissidenti". Il leader: "Non ci possono più rappresentare". Gli ex: "Obiettivo resta schieramento autonomo". I numeri ci sono: dall'inizio legislatura il gruppo M5s ha perso 13 parlamentari. Lettera con proiettili a Battista e Orellana
Dimissioni annunciate, poi congelate e infine sospese. A mettere fine all’odissea dei senatori 5 stelle polemici con il Movimento è il leader Beppe Grillo, che sul blog interrompe ogni tentativo di mediazione. “Si sono isolati”, scrive in un post, “e non possono continuare ad essere rappresentanti ufficiali nelle istituzioni. Bencini, Bignami, Casaletto, Mussini e Romani sono fuori dal M5s”. I 5 parlamentari avevano annunciato e confermato le dimissioni dopo la proposta di espulsione dei quattro colleghi definiti “dissidenti” (Bocchino, Battista, Campanella e Orellana) da parte dell’assemblea del gruppo. Decisione che era stata poi ratificata da una consultazione online tra gli iscritti del Movimento. A questo giro non servirà neanche un nuovo voto online: “Non c’è bisogno”, ha detto il capogruppo Santangelo, “I cinque sono fuori automaticamente dal gruppo dal momento che hanno presentato le dimissioni. Abbiamo tentato in tutti i modi di ricucire, le dimissioni potevano essere revocate ma invece sono state confermate”. Il gruppo dei restanti senatori M5s, diventati nel frattempo da 54 a 41 in un anno, e potrebbe perdere altri elementi. Nel pomeriggio c’è stata un’assemblea del gruppo per cercare di ricucire e trovare una soluzione. La senatrice Laura Bottici ha proposto di cambiare le regole interne, ma la risposta è stata secca. Solo Bignami ha chiesto prima di “vedere i fatti”, mentre Romani, Casaletto, Bencini e Mussini hanno confermato l’intenzione di tornare a casa: “Ci proponete di ritrattare perché avete paura. Noi siamo la componente sana del Movimento: non andremo mai in un altro gruppo”.
La tensione in generale resta molto alta. Come se non bastasse, secondo una notizia riportata dal quotidiano Il Giorno, una busta indirizzata “Al Parlamento Piazza Montecitorio, Roma” che conteneva dei proiettili è stata intercettata al centro di smistamento di Roserio (in provincia di Milano). I destinatari sono i senatori Lorenzo Battista e Luis Alberto Orellana. Nella lettera si citano anche Fabrizio Bocchino, Francesco Campanella e Paola De Pin, quest’ultima uscita dal movimento sei mesi fa.
Assemblea dei senatori, proposta Bottici: “Se nuove regole, ritirate le dimissioni?”
Una lavagna per ridisegnare le commissioni e porte chiuse. L’assemblea dei senatori 5 stelle comincia alle 17 in punto e raduna tutto il vecchio gruppo, compresi i dimissionari che chiedono chiarimenti sulla situazione complessiva. Rifiutata dal capogruppo la richiesta di streaming. “Se ci accordiamo per cambiare insieme le regole voi siete disposti a ritirare le dimissioni?”, ha chiesto la senatrice Laura Bottici ai cinque cacciati. Ma nessuno ha accettato il tentativo di mediazione. “Vogliamo tornare a casa”, dicono Bencini e Mussini, “Il lodo Bottici è nato solo per paura”. I toni sono molto accesi e i dissidenti attaccano la linea del leader del Movimento 5 stelle. “Qui dentro ci sono persone che si sentono in guerra. Bene, oggi ci sono i caduti”, commenta Maria Mussini, “mi chiedo se ci sia un ‘grillometro’ qui dentro”, ha aggiunto rivolgendosi ai “presunti” fedelissimi del movimento. “Non ne posso più di sentire parlare di soldi. Da quando si è iniziato a parlare di espulsioni non c’è stato un momento di riflessione”. Per la senatrice si è ormai attivata “una dinamica pericolosa, distruttiva della nostra azione”. L’idea che ha preso piede nel gruppo, ha lamentato, è quella del ‘ci siamo liberati dei quattro che rompevano i c…, ora liberiamoci degli altri cinque’. Mussini ha poi rivendicato di non aver “mai rilasciato una sola dichiarazione sconveniente”. Poi ha polemizzato sull’accusa, mossa da alcuni, di aver preso parte a una presunta cena con l’esponente Pd Pippo Civati. “Ho diritto -ha sottolineato- ad andare a cena con Civati e chiunque altro. Cosa c’entra la fiducia? Questa è solo malafede”. A prendere la parola anche la senatrice Alessandra Bencini, da oggi fuori dal M5S, che non ha potuto trattenere le lacrime. Bencini si è rivolta ai colleghi con un tono alto della voce, ma dall’esterno si udiva solo un indistinto e continuo singhiozzare. La parlamentare toscana è profondamente amareggiata da quanto accaduto negli ultimi giorni, la scorsa settimana aveva preso parte ad un’altra riunione dei senatori M5S con la speranza di ricucire.
Grillo: “Gesto politico in conflitto con quanto richiesto dal territorio”
La nota pubblicata sul sito del leader dei Cinque Stelle ha ricordato che “le dimissioni non sono state motivate da particolari situazioni personali, familiari o di salute, come solitamente avviene in questi casi, ma come gesto politico in aperto conflitto e contrasto con quanto richiesto dal territorio, stabilito dall’assemblea dei parlamentari M5S, confermato dai fondatori del M5S e ratificato dagli iscritti certificati in Rete, in merito ai quattro senatori espulsi”. “E’ stato loro chiesto – prosegue – se confermassero o meno la propria posizione e l’hanno ribadita. I senatori dimissionari si sono pertanto isolati dal Movimento 5 Stelle e non possono continuare ad esserne rappresentanti ufficiali nelle istituzioni. Sono fuori dal M5S”. Il post è arrivato ad una settimana di distanza dall’espulsione dei quattro dissidenti e dall’iniziativa di solidarietà degli altri cinque. Poche ore prima il capogruppo Santangelo aveva chiesto un chiarimento delle intenzioni di Romani, Casaletto, Bencini, Bignami e Mussini.
Romani: “No comment”. Bignami: “Movimento 5 Espelle”
“Solo due parole: no comment” è la replica di Maurizio Romani, senatore fiorentino noto anche per i suoi duelli a distanza con l’allora sindaco del capoluogo toscano Matteo Renzi. Usa il fair play Laura Bignami: “Grazie Beppe senza di te non avrei mai fatto questa esperienza. Non ti curare ti ho già perdonato”. Poi ribattezza: “Questo è il “Movimento 5 Espelle“. Allo stesso tempo i fedelissimi quasi esultano. Per il capo della comunicazione dei Cinque Stelle al Senato, Claudio Messora, “i dimissionari M5S sono stati accontentati”. “Abbiamo bisogno di energie sane per rivoluzionare il Paese – dice il deputato Riccardo Fraccaro – siamo un organismo vivo ed è purificante liberarsi di qualche tossina. La nostra opposizione sarà solo più forte e compatta”. I giornalisti chiedono invece a Bartolomeo Pepe se valga ancora la regola “uno vale uno” e lui risponde: “Grillo è pur sempre il capo”. La tensione nel gruppo sembra rimanere alta: è scuro in volto per esempio Mario Michele Giarrusso. Cosa sta succedendo nel M5S?, gli chiedono i cronisti parlamentari. “Chiedete a Santangelo”. Decide Grillo senza passare dalla rete? “Chiedete a Santangelo”.
Battista: “Grillo highlander”. Campanella: “Avranno difficoltà per una briscola”
Sarcastici i senatori già espulsi. Scrive Lorenzo Battista: “Beppe Grillo Highlander! Resterete tu e Roberto. Ottima prova di democrazia”. Francesco Campanella aggiunge: “Licenziati da Beppe Grillo altri cinque di noi. Alla fine avranno difficoltà ad organizzare una briscola”. E dopo provoca: “Ma se i 5 stelle fedeli allo staff diventano meno di 10? Vanno loro al gruppo misto?”.
Battista aveva anche lasciato intendere che i fuoriusciti dal gruppo del Senato del Movimento Cinque Stelle avrebbero l’intenzione di formare un nuovo gruppo che riunirebbe tutti coloro che – volontariamente o no – hanno abbandonato il M5s al Senato dall’inizio della legislatura. Ipotesi che il senatore ribadisce: “Il desiderio è quello ma adesso i numeri non ci sono” dichiara a Radio Città Futura. Per Fabrizio Bocchino ”Grillo non ha la cultura del dissenso, questo è il problema principale – dice il senatore ora iscritto al gruppo misto ad Agorà (Rai3) – Noi non sappiamo perché siamo stati cacciati, possiamo solo dedurre che tutto sia dovuto a un comunicato, comparso qualche giorno prima, in cui criticavamo il colloquio tra Renzi e Grillo, in modo peraltro moderato. Il pensiero critico in un movimento così variegato, che prende consensi da destra e da sinistra, è fondamentale”.
Fuori dal gruppo M5s 13 senatori in un anno
Nel corso dei mesi i Cinque Stelle hanno infatti perso 13 senatori. Il primo espulso (per colpa di varie partecipazioni al talk show di Barbara D’Urso) fu Marino Mastrangeli. Poi in tempi diversi Fabiola Anitori, Paola De Pin e Adele Gambaro (quest’ultima colpevole di aver criticato la linea politica di Grillo all’indomani di un cattivo risultato alle elezioni amministrative). La scorsa settimana è stato il turno dei 4 “dissidenti” Battista, Bocchino, Campanella e Orellana che da tempo erano le voci più critiche e sempre in contrasto con la voce ufficiale. Infine, oggi, i 5 dimissionari mandati fuori dal Movimento. Difficile dire ora, però, se tutti loro finiranno in un unico gruppo: al Senato serve un minimo di 10 senatori (altrimenti si va nel misto). Le dimissioni da parlamentare, per inciso, sono una missione quasi impossibile perché le Aule sia della Camera che del Senato per approvare tale richiesta pretendono sempre motivazioni ben fondate: devono essere discusse e poi approvate. Ma il capogruppo del M5s alla Camera D’Incà ci crede: “Vogliamo un gesto di coerenza – dice a RaiNews24 – da parte loro per fare entrare altri senatori che sono rimasti più indietro perché hanno ricevuto meno voti”.