Questa non è l’ennesima recensione del film La grande bellezza, tuttavia, il film di Sorrentino offre lo spunto per una riflessione. Tempo fa ho letto qualcosa che riassumo più o meno in questo modo: volendo fare della sociologia applicata al cinema, si può misurare il livello di responsabilità di una società dalla diffusione dei finali aperti nelle sue narrazioni. Le due cose sembrerebbero andare di pari passo; nei periodi storici in cui non ci si prende la responsabilità dei finali, cala la responsabilità generale a prendersi delle responsabilità nella vita. Le generazioni dei finali aperti non prendono mai il potere e fanno meno figli.
La grande bellezza di Roma – come metafora dell’armonia del giardino terrestre perduto, dei tempi che viviamo per la rappresentazione di essere umani tremendamente soli e fallaci – è in parte un film dal finale aperto.
Certo, la tesi è temeraria, però, che gli italiani non facciano figli, è un fatto. Secondo un dato Istat, solo nell’ultimo anno ci sono stati più di 60 neonati in meno al giorno rispetto al 2012. Sicuramente la crisi economica e la precarietà del lavoro fanno la loro parte, ma a negare alle donne la possibilità di avere un figlio sono anche le scelte politiche, perché manca un welfare effettivo. Si parla tanto di famiglia ma non si fa nulla per sostenerla.
Uno dei grandi problemi delle donne è dover regolare l’orologio sociale – studio, lavoro e famiglia – con l’orologio biologico, che ha un tempo limitato, e spesso si finisce per avere una gravidanza tardiva con tutti i problemi che comporta; è qui che dovrebbe intervenire l’assurda legge 40, che proprio il prossimo 10 marzo compie dieci anni, e invece di essere di aiuto, per i limiti che impone, ha solo creato difficoltà e dolore incrementando la consuetudine del turismo riproduttivo.
La legge che si proponeva di risolvere i problemi di fecondazione assistita delle coppie italiane, e che nel 2012 la Corte di Strasburgo ha condannato per violazione della Convenzione dei diritti dell’Uomo, si è dimostrata totalmente inadeguata. Una legge, possiamo dedurre, con una narrazione dal finale aperto.
Il prossimo 8 aprile però, la Corte costituzionale si pronuncerà sulla legge 40: da quella sentenza in poi, auspichiamo delle leggi – e quindi delle narrazioni – dal finale chiuso.
Adele Parrillo
Giornalista e scrittrice
Società - 6 Marzo 2014
Italiani, la generazione dei finali aperti
Questa non è l’ennesima recensione del film La grande bellezza, tuttavia, il film di Sorrentino offre lo spunto per una riflessione. Tempo fa ho letto qualcosa che riassumo più o meno in questo modo: volendo fare della sociologia applicata al cinema, si può misurare il livello di responsabilità di una società dalla diffusione dei finali aperti nelle sue narrazioni. Le due cose sembrerebbero andare di pari passo; nei periodi storici in cui non ci si prende la responsabilità dei finali, cala la responsabilità generale a prendersi delle responsabilità nella vita. Le generazioni dei finali aperti non prendono mai il potere e fanno meno figli.
La grande bellezza di Roma – come metafora dell’armonia del giardino terrestre perduto, dei tempi che viviamo per la rappresentazione di essere umani tremendamente soli e fallaci – è in parte un film dal finale aperto.
Certo, la tesi è temeraria, però, che gli italiani non facciano figli, è un fatto. Secondo un dato Istat, solo nell’ultimo anno ci sono stati più di 60 neonati in meno al giorno rispetto al 2012. Sicuramente la crisi economica e la precarietà del lavoro fanno la loro parte, ma a negare alle donne la possibilità di avere un figlio sono anche le scelte politiche, perché manca un welfare effettivo. Si parla tanto di famiglia ma non si fa nulla per sostenerla.
Uno dei grandi problemi delle donne è dover regolare l’orologio sociale – studio, lavoro e famiglia – con l’orologio biologico, che ha un tempo limitato, e spesso si finisce per avere una gravidanza tardiva con tutti i problemi che comporta; è qui che dovrebbe intervenire l’assurda legge 40, che proprio il prossimo 10 marzo compie dieci anni, e invece di essere di aiuto, per i limiti che impone, ha solo creato difficoltà e dolore incrementando la consuetudine del turismo riproduttivo.
La legge che si proponeva di risolvere i problemi di fecondazione assistita delle coppie italiane, e che nel 2012 la Corte di Strasburgo ha condannato per violazione della Convenzione dei diritti dell’Uomo, si è dimostrata totalmente inadeguata. Una legge, possiamo dedurre, con una narrazione dal finale aperto.
Il prossimo 8 aprile però, la Corte costituzionale si pronuncerà sulla legge 40: da quella sentenza in poi, auspichiamo delle leggi – e quindi delle narrazioni – dal finale chiuso.
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Israele, terremoto allo Shin Bet: Netanyahu silura il capo Bar e denuncia il suo predecessore
Tel Aviv, 16 mar. (Adnkronos) - Il presidente del partito israeliano Unità Nazionale, Benny Gantz, definisce il licenziamento, da parte del premier Benjamin Netanyahu, del capo dello Shin Bet, Ronen Bar, "un colpo diretto alla sicurezza dello Stato e allo smantellamento dell'unità nella società israeliana per ragioni politiche e personali".
Anche il presidente di Yisrael Beytenu, Avigdor Liberman, condanna la decisione, dichiarando che se il Primo Ministro Netanyahu “avesse combattuto Hamas con la stessa determinazione con cui sta combattendo il capo dello Shin Bet, l'ufficio del Procuratore generale e il sistema giudiziario, l'olocausto del 7 ottobre sarebbe stato impedito”.
Mosca, 16 mar. (Adnkronos) - La Russia ha ripetutamente affermato che non dovrebbero esserci “forze di peacekeeping” della Nato in Ucraina. E se l'Alleanza decidesse di aiutare Kiev in questo modo, significherebbe la guerra. Lo ha affermato su X il vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo Dmitry Medvedev.
Tel Aviv, 16 mar. (Adnkronos) - Il primo ministro Benjamin Netanyahu ha annunciato la sua intenzione di licenziare il capo dello Shin Bet, Ronen Bar, e di averlo "informato che la prossima settimana presenterà una proposta al governo per porre fine al suo mandato".
In una dichiarazione successiva, Netanyahu ha spiegato: “In ogni momento, ma soprattutto durante una guerra esistenziale come quella che stiamo affrontando, deve esserci piena fiducia tra il primo ministro e il capo dello Shin Bet. "Ma sfortunatamente, la situazione è l'opposto: non ho questa fiducia. Nutro una sfiducia continua nel capo dello Shin Bet, una sfiducia che è solo cresciuta nel tempo".
(Adnkronos) - "Il nemico americano ha lanciato un'aggressione palese contro il nostro Paese nelle ultime ore con oltre 47 attacchi aerei", si legge nella dichiarazione. In risposta, "le Forze Armate hanno condotto un'operazione militare specifica prendendo di mira la portaerei americana USS Harry S. Truman e le sue navi da guerra nel Mar Rosso settentrionale con 18 missili balistici e da crociera e un drone".
"Con l'aiuto di Allah Onnipotente", prosegue la dichiarazione, "le forze armate yemenite continueranno a imporre un blocco navale al nemico israeliano e a vietare alle sue navi di entrare nella zona di operazioni dichiarata finché gli aiuti e i beni di prima necessità non saranno consegnati alla Striscia di Gaza".
Sana'a, 16 mar. (Adnkronos) - Gli Houthi hanno risposto ai bombardamenti americani sullo Yemen attaccando la USS Harry S. Truman nel Mar Rosso con missili balistici e un drone. Lo rivendica il portavoce del gruppo yemenita.
Tel Aviv, 16 mar. (Adnkronos) - La polizia israeliana ha aperto un'indagine sull'ex capo dell'agenzia di sicurezza Shin Bet, Nadav Argaman, dopo che venerdì il primo ministro Benjamin Netanyahu ha presentato una denuncia.
Il premier israeliano ha accusato Argaman di ricatto e reati legati alla legge che riguarda lo Shin Bet, che proibisce ai dipendenti dell'organizzazione di divulgare informazioni ottenute nell'ambito del loro lavoro.
Tel Aviv, 16 mar. (Adnkronos) - Un abitante di Gaza, che stava "tentando di piazzare ordigni esplosivi" nei pressi del corridoio di Netzarim, è stato ucciso. Lo riferisce l'esercito israeliano.