Cronaca

Mafia a Ostia, “Tramonto” smantella il sistema imprenditoriale del clan Fasciani

Nelle carte dell'inchiesta della Guardia di Finanza spunta anche Fabrizio Sinceri, uomo chiave per il riciclaggio di denaro sporco in attività commerciali sul Litorale. Il suo nome compariva già in un'informativa del 2003 che però è stata insabbiata

Un sequel in piena regola a cominciare dal nome: “Tramonto”, l’operazione che otto mesi dopo  l’inchiesta gemella “Nuova Alba” ha inferto un nuovo durissimo colpo alla criminalità organizzata che infesta il litorale romano. Se a luglio l’indagine capitolina aveva fatto scattare 51 misure cautelari per associazione mafiosa, questa volta a finire sotto la lente degli investigatori è stata la struttura imprenditoriale delle cosche di Ostia.

Così, alle prime luci di martedì 4 marzo, la Guardia di Finanza ha arrestato sedici affiliati, fiancheggiatori e prestanome del clan Fasciani, accusati, a vario titolo, di associazione a delinquere di stampo mafioso e trasferimento fraudolento di beni. Non solo: le Fiamme Gialle hanno sequestrato dieci attività commerciali, per un valore complessivo di 6 milioni di euro, tra cui il Faber Village, oggi Village, uno dei complessi balneari più in voga.

Le indagini – coordinate dalla Direzione distrettuale Antimafia con il procuratore capo Giuseppe Pignatone, l’aggiunto Michele Prestipino Giarritta, il pm Ilaria Calò ed eseguite dalle Fiamme Gialle del Gico del Nucleo di polizia Tributaria e del II Gruppo Roma – hanno permesso di accertare come la famiglia Fasciani si fosse radicata nell’economia legale attraverso imprese mimetizzate sul territorio grazie a società intestate a dei prestanome, ma riconducibili all’organizzazione criminale. La Gdf è riuscita ad accertare come il clan si fosse radicato nel tessuto economico romano con aziende operanti nel settore della ristorazione, gestione di stabilimenti balneari, discoteche, vendita e noleggio di autovetture. Un modo per lavare e far crescere gli immensi patrimoni accumulati con usura, estorsione e traffico di stupefacenti, già, peraltro, accertati, in altre indagini, dalla stessa Dda di Roma.

La novità scoperta dal Gico è la vorticosa cessione e vendita dei singoli rami di azienda di quelle stesse imprese sequestrate la scorsa estate in seguito all’operazione “Nuova Alba”. Operazioni finanziare che negli anni hanno permesso  una vera e propria espansione imprenditoriale mafiosa.

Gli stessi trucchi utilizzati anche per camuffare la titolarità del complesso balneare Faber Village: a capo della società ha figurato Fabrizio Sinceri, tra i 16 arrestati dell’operazione Tramonto, prestanome e uomo chiave per gli affari in riva al mare dei Fasciani. Un personaggiogià conosciuto dagli investigatori: il suo nome figura in un’informativa del 2003 redatta da Gaetano Pascale, l’ex ispettore della Squadra Mobile che assieme al suo pool, 11 anni fa, era arrivato a un passo dallo smantellare  il sistema criminale di Ostia, ma, come raccontato dal fattoquotidiano.it, quell’indagine fu bloccata e i poliziotti deligittimati da una serie di esposti anonimi e accuse negli anni rivelatisi falsi. 

“Nell’ordinanza “Nuova Alba”, – spiega Pascale – compaiono gli stessi personaggi, gli stessi capi d’accusa, gli stessi intrecci societari per riciclare denaro e le stesse dinamiche delineate nella nostra informativa. In “Tramonto” c’è un altra persona chiave, Sinceri, che, come avevamo scoperto già nel 2003 per anni è stato il prestanome fondamentale per il riciclaggio del denaro sporco in attività commerciali: più o meno lo stesso ruolo che avevamo messo nero su bianco 11 anni fa”.

In effetti, Fabrizio Sinceri compare nell’informativa del 2003 come l’uomo chiave dei fratelli Triassi, arrestati a luglio scorso con l’operazione Nuova Alba, quando al tempo facevano affari con i Fasciani fino alla scissione del 2005. “La società Faber Beach di Fabrizio Sinceri – si legge nell’informativa redatta da Pascale poi decurtata – impianta una fervente e florida attività turistico-commerciale sul litorale, avendo alle spalle il peso di figure criminali quali i fratelli Vito e Vincenzo Triassi”.