Tutti i giorni per andare a lavoro attraverso sempre la stessa strada. Al semaforo è legata una bicicletta dipinta di bianco che ricorda la morte di una anziana signora investita e uccisa da un camion mentre era in sella alla sua bicicletta. Non so chi l’abbia lasciata lì, come fosse il reperto di un museo metropolitano della memoria. So solo che tutti i giorni è un pugno alla stomaco. Ecco perché ho deciso di scrivere una.
Ode al ciclista ammazzato
Vento contro i capelli
Forza contro i pedali
Bici è pensiero che vaga
Movimento che libera
Un film girato con i propri occhi
Di una città che è set viaggiante:
cambia come ogni pedalata,
come i volti di cui mi innamoro
Ecco l’auto sulla via: asfalto piegato
Silenzio strappato, tensione che marcia.
Un clacson, un grugnito e freno
Col mio passo, solo, senza più strada
Quella bici bianca come prece:
mai più vittime sulla strada