Leggevo l’articolo di Beatrice Borromeo e ripensavo, in parallelo, ai toni del pezzo di Concita De Gregorio, quando scrisse del disagio delle baby zoccole associando la questione, non si sa perché, a tatuaggi e trucco troppo forte. Un po’ di generalizzazioni, un po’ di moralismo, paternalismo e due o tre stereotipi che possono stuzzicare appetiti un po’ morbosi ma che in fondo non aiutano, così mi pare, a valutare pienamente la complessità.
Il mondo delle adolescenti, per quanto ne so, non mira allo sverginamento per ottenere uno status sociale, semmai al momento mi sembra capiti l’opposto perché la spinta culturale è quella di far tenere loro le cosce molto strette fino al matrimonio. Le ragazze non trovano “pillole del giorno dopo” come piovessero perché ci sono troppi obiettori di coscienza e se già non la consegnano a un’adulta consapevole figuriamoci se la mollano a una minorenne. Mi sembra poi davvero fuori luogo che si faccia passare l’idea, che piace tanto a certi antiabortisti, secondo cui la pillola del giorno dopo diventerrebbe una strategia per riparare al sesso incosciente e non protetto di ragazze descritte come fossero in piena fase di decadimento di valori morali.
Dall’uso dei termini ‘sporchi’ utilizzati, poi, si ricava una identità di una adolescente che è la perfetta destinataria delle lezioni di educazione moralista e sentimentale che certe donne vorrebbero introdurre nelle scuole. Bisognerà insegnare loro a non scoprirsi in nome della difesa della sacralità del corpo e della loro dignità, e poi dovranno immaginare di poter fare sesso solo per amore, per far figli e con estremo sentimento.
Di diritto a una sessualità consensuale e consapevole nel pezzo non si parla. Non si parla in generale dell’altro lato della medaglia, ovvero, accanto a ragazze spregiudicate, che per sessuofobi in stadio avanzato è complicato immaginare a masturbarsi, fare pompini o seghe, non si raccontano quegli altri, i ragazzini, che non mi pare possano tutti essere descritti come inibiti, con il terrore della vagina, inconsapevoli e privi di stimoli sessuali.
Se ancora una ragazza che fa sesso viene definita “indemoniata”, come se fosse lei la fonte primaria della corruzione di questi poveri e innocenti minorenni, come se ai minorenni importasse invece qualcosa di diverso dalle seghe o dai pompini, siamo lontani dalla narrazione di una seppur vaga complessità.
A me la sessualità dei ragazzi sembra infatti tutt’altro che inibita e dormiente. Senza colpevolizzarli (ma proprio per nulla!) direi che sembrano piuttosto attivi. Semmai li trovi davvero disinformati, e questo è il punto, incartati nella stessa cultura sessista che ci condiziona tutti quanti, perché se una informazione seria fosse fornita nelle scuole per aiutare ragazzi e ragazze a vivere la sessualità senza pregiudizi, con il rispetto dell’altra/o, e in modo consapevole, forse le cose andrebbero diversamente. Forse eviteremmo anche di leggere notizie su quattordicenni che stuprano coetanee, le fotografano, le ricattano per ottenere rapporti non consensuali e se anche i rapporti sono consensuali e la notizia viene resa nota è comunque lei che dovrà vergognarsi e lasciare la scuola perché la “zoccola”, per questioni culturali, è sempre lei. A lui si dirà che ogni lasciata è persa e va bene così.
In generale trovo sui media, giusto in questo momento, anche una attenzione eccessiva, un po’ morbosa, rispetto al tema della verginità. Le cosce chiuse o aperte? E’ da questo tema che si intende valutare il disagio, il livello di maturità, l’equilibrio. Come se a tenerle chiuse, quelle cosce, sei perfettamente a posto e invece se le apri bisognerà aggiustarti. Ed eccolo che torna lo sguardo moralista e paternalista.
Dopodiché mi chiedo, data la enorme quantità di articoli e servizi televisivi e giornalistici che stanno piovendo sulla testa delle ragazze, dove si vorrebbe andassero? Tutte all’altare, vergini e pure come la Madonna? Invece di stigmatizzarle non sarebbe bene raccontare che la morale non libera la sessualità, la ricerca del piacere, il gioco erotico, ma ti pone due sole alternative per cui l’adolescente se non è vittima sarà sempre colpevole?
Un messaggio netto, alle ragazze: se vi piace, se godete, non vi sentite in colpa, mai. Che sia sempre consensuale, perché se dite ‘no’ è ‘no’. Che sia sesso protetto perché un contraccettivo serve a proteggervi dalle malattie trasmissibili e dalle gravidanze indesiderate. Che sia come vi piace, purché non per costrizione. E toccatevi, quando vi pare, per il vostro piacere e senza alcun rimpianto. Buon otto marzo anche alle ragazze sporche. E non temete, non siete sole. A turno sporche lo siamo state tutte.