Chicago, Malta, Istanbul, Santiago de Compostela, Zagabria, Spalato. Biglietti aerei, jet privato, motoscafo-taxi. A volte il costo complessivo della vacanza. Cene elettorali e di rappresentanza. Persino un autista a disposizione con Alfa Romeo 166 parcheggiata sotto casa. Tutto gratis. Come si fa? Basta chiamarsi Luciano D’Alfonso, essere sindaco di Pescara e molto amico dell’imprenditore Carlo Toto. È vero che la munificenza dell’ex patron di Air One è stata giudicata disinteressata dai giudici di primo grado che hanno mandato assolti D’Alfonso e i 23 imputati (imprenditori, politici e tecnici comunali e i fratelli Carlo e Alfonso Toto, appunto) nel processo per 35 capi d’imputazione (dall’associazione a delinquere finalizzata alla corruzione).
Ma è anche vero che la Procura pescarese ha fatto appello giudicando troppo generosa l’assoluzione, e che D’Alfonso (Pd) domani correrà da superfavorito nelle primarie di coalizione per il governatorato d’Abruzzo. A contendergli la candidatura ci saranno Alfonso Mascitelli (Idv) ex-consigliere regionale ed ex-senatore, e Franco Caramanico, consigliere in carica passato dal Pd a Sel, già assessore della giunta Del Turco. Candidati misteriosamente definiti dallo stesso D’Alfonso “straordinariamente aggiuntivi”. D’Alfonso vincerà sicuramente le primarie, ma la campagna elettorale ed eventualmente il suo mandato alla Regione coincideranno probabilmente con il processo di secondo grado chiesto dal pm Gennaro Varone per il caso Housework.
La precedente giunta di centrodestra guidata da Gianni Chiodi è stata appena travolta dalle inchieste, così come quella precedente di centrosinistra del governatore Ottaviano Del Turco, arrestato nel luglio 2008 e poi condannato a 9 anni e sei mesi per corruzione. Nonostante gli imbarazzanti precedenti, il Pd abruzzese, insieme a tutte le altre forze della coalizione di centrosinistra, tace. L’interessato si proclama del tutto sereno e fiducioso in una nuova assoluzione. Eppure le accuse che D’Alfonso dovrà fronteggiare anche in appello non sembrano leggere.
L’appalto per i parcheggi
Il generoso benefattore dell’aspirante governatore è stato Carlo Toto, che nel 2008 ha conferito la sua compagnia aerea all’Alitalia. Toto è anche un grosso costruttore e controlla l’autostrada Roma-L’Aquila-Pescara. Quando D’Alfonso era sindaco, Toto si aggiudicò, unico partecipante alla gara, l’appalto per la realizzazione e gestione dei parcheggi a pagamento nelle strisce blu a Pescara (appalto successivamente revocato e chiuso in maniera consensuale). Il pm Varone nota che per i giudici che li hanno assolti in primo grado “non vi fu alcuna illegittimità nella seconda gara dell’Area di Risulta; in particolare, non sarebbe provato che i Toto poterono concordare il contenuto del bando”. Toto costruzioni vinse il bando, unico partecipante, per la gestione della Ztl (parcheggi, strisce blu). Un bando definito “impreciso” perfino dal perito della difesa. Per l’accusa, al momento ritenuta non fondata dai giudici di primo grado, i “Toto foraggiano D’Alfonso e i Toto si aggiudicano un appalto quali unici concorrenti”.
Una questione di generosità
Ma il punto critico è il concetto di generosità. L’assoluzione in primo grado, sostiene Varone, è fondata sull’idea che i regali e le notevoli elargizioni corrisposti dalla famiglia Toto a D’Alfonso “avrebbero spiegazione nei rapporti personali pregressi (“datati”) e costituirebbero, conseguentemente, mere donazioni in spirito di amicizia”. E qui il pm dettaglia il dispiegamento della generosità in “spirito di amicizia”. Descrive i “voli, innumerevoli e costosi, per decine, se non centinaia, di migliaia di euro che i Toto offrono a D’Alfonso ed ai suoi famigliari” e le “vacanze, diverse e costose, con piena assunzione su di sé del pagamento di viaggio, vitto ed alloggio, sino (secondo la prospettazione del D’Alfonso) a farsi carico delle più minute esigenze quotidiane del sindaco e dei suoi familiari”, tanto che per l’accusa erano a “completa disposizione del D’Alfonso, per ogni sua esigenza economica”. Ad esempio per la Pasqua 2006 Toto ha “messo a disposizione (di D’Alfonso con moglie e tre figli, ndr) un aereo Falcon 20 per la tratta Pescara-Malta, Malta-Venezia e Venezia Pescara (Air One paga a Air One Executive 30.616 euro per il volo e 550 per il motoscafo-taxi, l’Executive costa circa dieci volte di più di un volo di linea)” e vitto e alloggio sono stati “pagati con la carta di credito della moglie di Toto, Rosa Giuliati”.
Viaggio e soggiorno a Santiago de Compostela (settembre 2006). Vacanze, queste, fatte assieme alla famiglia di Toto. Volo del luglio 2006 Roma-Chicago per la famiglia Laghi-D’Alfonso (cognato e sorella di D’Alfonso), 10.786 euro a carico di Air One. Volo Roma-Istanbul dell’ottobre 2008 per Presutti Marco, Farchione A., Cipollini e Di Mascio Nicola. Volo “Internazionale 4 marzo 2002 Chicago e ritorno (dalla email rinvenuta leggiamo “si tratta di una tariffa scontata business, prenotazione è ok per il dott. D’Alfonso”). “Volo Internazionale 27 novembre 2002 pagamento per D’Alfonso Luciano, D’Alfonso Alcide, Del Bianco Lidia (fratello moglie di D’Alfonso), D’Alfonso Luca, D’Alfonso Benedetta per 11.780 euro”. Ai D’Alfonso venne promesso anche un viaggio ad Abu Dhabi del costo di 17.100 euro, “vacanza poi non effettivamente fruita (verosimilmente per il diffondersi di voci in ordine al coinvolgimento di D’Alfonso in un’indagine per corruzione), dicembre 2006”. “Dieci voli privati pagati per D’Alfonso da Toto spa nel 2006”. E poi “quattro voli istituzionali per D’Alfonso: aprile 2005 e maggio 2008 a Spalato (6.620 euro); gennaio 2008 a Zagabria (9.828 euro); ottobre 2007 a Belgrado (22 mila euro corrisposti sulla base di contratto di sponsorizzazione mediante asserita, ma non di fatto eseguita pubblicità fornita a Toto spa in occasione dei festeggiamenti per San Cetteo, il patrono di Pescara)”. E i “numerosi altri viaggi, non dettagliati, definiti dallo stesso D’Alfonso ‘non onerosi per la mia famiglia. Sono stati onerosi, come tutti gli altri viaggi, per la Toto spa’”.
Autista e berlina a disposizione
Poi il pm elenca un “versamento di 7 mila euro in contanti, come da Lista Dezio (il collaboratore di D’Alfonso a cui venne sequestrato un foglio su cui – secondo l’accusa – erano scritti i nomi degli imprenditori e, in codice, le cifre pagate, ndr)”. Il “pagamento delle conviviali elettorali presso il ristorante Sea River per l’importo di 10.800 euro”. “Pranzo di lavoro per Europa Prossima (associazione facente capo a D’Alfonso) per 924 euro in un hotel di Roma”. Inoltre Toto “retribuiva Fabrizio Paolini (borsista al Comune di Pescara nel 2005 e, di fatto, autista e coadiutore del sindaco D’Alfonso) con uno stipendio mensile di 1.500 euro, un rimborso spese carburante e facoltà d’uso di una Alfa Romeo 166 (che il sindaco usava anche personalmente) tra il settembre 2004 e il gennaio 2007”. Ora la palla passa agli elettori abruzzesi. Poi ai giudici d’appello. Il Pd abruzzese attende dai posteri l’ardua sentenza.
da Il Fatto Quotidiano dell’8 marzo 2014