Il Boeing partito da Kuala Lumpur era diretto a Pechino. Trovate scie di carburante in mare. Nella lista passeggeri compare il nome di Luigi Maraldi, che però ha contattato il ministero degli Esteri. Aveva denunciato il furto del passaporto, probabilmente utilizzato da una delle persone salite a bordo
Un Boeing 777-200 della Malaysia Airlines con 239 persone a bordo è sparito nella notte mentre sorvolava il mare a sud del Vietnam, due ore dopo la partenza da Kuala Lumpur alla volta di Pechino e senza aver lanciato nessun messaggio di allarme prima di perdere il contatto con la torre di controllo. Nella lista dei passeggeri, pubblicata dal sito della tv cinese Cctv, risulta anche il nome di un italiano, Luigi Maraldi. Dopo una mattinata di ricerche, la Farnesina ha comunicato di essere stata contattata da Maraldi, 37 anni, che si trova sano e salvo in Thailandia. L’uomo ha anche chiamato i genitori, che risiedono a Cesena, per rassicurarli.
Nei mesi scorsi Maraldi aveva denunciato il furto del suo passaporto avvenuto il 1 agosto scorso mentre si trovava nel paese asiatico. Tornato in Italia ha ottenuto un nuovo documento a Ravenna, dove nel frattempo ha preso la residenza, poi è tornato in Thailandia. Stamattina il personale del commissariato di Cesena si è recato a casa dei genitori, ma sono stati gli stessi genitori a raccontare ai poliziotti che il giovane aveva chiamato poco prima per dire che stava bene ed era in Thailandia. Una delle ipotesi quindi è che risulti sulla lista delle persone imbarcate perché qualcuno è salito a bordo del velivolo usando il suo passaporto rubato.
Anche se ufficialmente l’aereo è ancora classificato come “mancante”, ormai non sembrano esserci più speranze. Per le autorità vietnamite, il velivolo è precipitato in mare un minuto prima di entrare nello spazio aereo nazionale, a 300 km dall’isola di Tho Chu, tra il Golfo di Thailandia e il Mar cinese meridionale. La conferma arriverebbe da una scia di petrolio lunga circa 20 chilometri individuata in mare da alcuni aerei vietnamiti, nella zona dove è scomparso il veivolo. Non è tuttavia ancora chiaro se la chiazza di greggio sia necessariamente collegata all’aereo sparito.
Rabbia, lacrime, urla, intanto, alla conferenza stampa organizzata dalla Malaysia Airlines a Pechino, alla quale hanno partecipato alcuni dei parenti dei passeggeri del volo mai arrivato a Pechino. In molti lamentano di essere stati abbandonati dalla compagnia aerea che non ha offerto loro né assistenza, né informazioni utili. Alcuni familiari hanno lamentato che non sarebbe stata offerta loro neanche dell’acqua e l’unica informazione ricevuta consisterebbe in uno scarno comunicato della compagnia aerea.
Intanto il dipartimento di Stato Usa ha confermato che tre cittadini degli Stati Uniti erano a bordo dell’aereo. Funzionari delle ambasciate degli Stati Uniti a Kuala Lumpur e a Pechino sono in contatto con le famiglie dei passeggeri, secondo quanto fa sapere il dipartimento di Stato, aggiungendo che sono in corso verifiche per capire se ci fossero altri cittadini statunitensi sul volo.
L’aereo era partito 41 minuti dopo la mezzanotte, per un volo che sarebbe dovuto durare sei ore. A bordo – oltre al nostro connazionale – c’erano soprattutto cinesi (153), 38 malesi, 12 indonesiani, ma anche australiani, europei e americani, come si evince dalla lista dei passeggeri. La compagnia aerea ha fatto sapere che il pilota era un 53enne con oltre 18mila ore di volo alle spalle, affiancato da un primo ufficiale di bordo di 27 anni. Ma l’assenza di notizie per ore – l’ammissione che il volo era sparito è arrivata quando l’aereo sarebbe già dovuto essere atterrato – sta attirando sulla compagnia una pioggia di critiche. La Malaysia Airlines è considerata una compagnia di ottima qualità, e il peggiore incidente della sua storia risale al 1977, quando morirono 100 persone. Negli ultimi anni, l’azienda ha però iniziato a inanellare perdite di bilancio a causa della competizione portata dal settore delle compagnie low-cost, tra le quali in particolare la connazionale Air Asia.
“Non abbiamo informazioni ma stiamo verificando tutte le possibilità”. Così il ministro dei trasporti della Malaysia Hishammuddin Hussein ha risposto a chi gli ha chiesto se ci sono sospetti di terrorismo nel caso del volo Mh370 scomparso con 239 persone a bordo. Il volo è stato rilevato dal radar l’ultima volta alle 1.30 di mattina ora locale (le 18.30 di ieri ora italiana) a circa 135 chilometri a nord della città malese di Kuala Terengganu, secondo quanto riferito da Azaharudin Abdul Rahman, capo dell’aviazione civile del Paese. L’amministratore delegato della Malaysia Airlines Ahmad Jauhari Yahya ha riferito che non ci sono indicazioni che i piloti abbiano inviato segnali di emergenza. Il fatto che non ci siano state apparenti richieste di aiuto fa pensare che qualsiasi cosa sia successo al volo, è accaduta rapidamente.