Non solo siamo ancora lontane dall’avere effettive e generalizzate pari opportunità (pensiamo soprattutto al resto del mondo) ma la nostra generazione rischia addirittura di perdere quell’opportunità preziosa ed essenziale che la donna ha in più rispetto al mondo maschile: quella di procreare.

Noi figlie degli anni ’70 cresciute senza regole, nella precarietà sentimentale e professionale, dovremmo considerarci ed essere considerate delle vere e proprie eroine (e con noi i nostri compagni quando ci sono al fianco). Noi che osiamo rimetterci in discussione, magari dopo vent’anni di gavetta professionale, risaltando il fosso e ritrovando appieno il nostro ruolo precipuamente femminile. Noi diamo la vita e manteniamo in vita la specie, noi abbiamo in mano, anzi nel nostro ventre, il segreto più grande dell’universo, alla scienza ancora sconosciuto! Il nostro ruolo è il più importante del mondo, rivendichiamolo.

Essere incinta, partorire e allattare è un periodo indimenticabile del nostro percorso.

Quando ci si ritrova con quel miracolo fra le braccia ci si sente talmente potenti e creative che nessun genio dell’arte o della politica, nessun condottiero, nessuno scienziato nella storia dell’umanità potrà nulla al nostro confronto. In quel momento ci si rende conto perché noi donne siamo state raramente citate nei libri di scuola: loro creavano regni, noi vita! Niente popodimeno che questo, Vita! Quale miracolo la procreazione, quale potenza! Quale artista, quale scultore, quale scienziato sarebbe capace di tanto? Niente al mondo è più gratificante che stringere quel corpicino tra le braccia e vederlo crescere a vista d’occhio perché nutrito dal nostro seno!

E allora godiamocela la gravidanza, perché non ce ne saranno poi molte nella nostra vita! E dedichiamo ai nostri figli alcuni mesi di purezza assoluta: non si tratta solo di tempo materiale, ma soprattutto di spazio mentale, spirituale.

La battaglia politica non parte dal rinunciare a quella preziosissima pausa ma dal garantire un recupero lavorativo (con norme, strutture, cultura) dopo quella meravigliosa pausa.

E allora donne, continuiamo a conquistare posizioni di potere nella speranza di avere una visione più incline al bene comune di quanto non abbiano saputo fare gli uomini fino ad oggi, pretendiamo la parità di genere dal parlamento ai consigli di amministrazione, ma vi prego non dimentichiamo la nostra opportunità in più: è un momento irripetibile e tanto raro, ben più gratificante di ogni ruolo da ministra.  

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