Margherita Hack, Alda Merini, Rita Levi Montalcini, Nilde Iotti. Ma non solo. Nell'ambito dei laboratori creativi frequentati dalle internate, nasce questo progetto. "Per connotarlo positivamente ci siamo concentrati su quante hanno contribuito a far crescere il nostro Paese con le loro scoperte, la loro intelligenza, la loro arte, la loro determinazione a farcela"
Margherita Hack, Alda Merini, Rita Levi Montalcini, Nilde Iotti. Sono solo una parte delle dodici donne che compongono il calendario “Italia Donna 2014” realizzato dalle pazienti internate nell’Ospedale psichiatrico giudiziario di Castiglione delle Stiviere, uno dei sei Opg italiani, e che è stato rilanciato l’8 marzo, in occasione della festa della donna. Una data simbolica, che spiega come mai un calendario venga, stranamente, presentato a marzo. La struttura che sorge in provincia di Mantova, inoltre, è l’unica sul territorio nazionale ad avere una sezione femminile, motivo per cui arrivano donne da tutta Italia.
E questo particolare rafforza ulteriormente l’importanza del calendario realizzato nell’ambito dei laboratori creativi ed espressivi, parte integrante del percorso terapeutico e riabilitativo seguito dai pazienti. Trecento in tutto (un centinaio le donne) contro una capienza di 217, quelli internati nell’Opg mantovano. L’unico in Italia – in attesa che la riforma (il primo aprile, in teoria) li azzeri e li trasformi – a dipendere dall’Asl e dal ministero della Salute e non, come gli altri, da quello della Giustizia. E l’unico, di conseguenza, a non avere polizia penitenziaria al suo interno, ma soltanto personale infermieristico dell’azienda ospedaliera locale a cui fa riferimento.
Qui non ci sono celle, ma stanze e reparti. Gli internati si muovono liberamente all’interno dell’opg. “A settembre 2013 – spiega Gianfranco Rivellini, medico psichiatra responsabile della sezione femminile dell’Opg mantovano – abbiamo riunito il gruppo di lavoro del laboratorio creativo per decidere il tema del calendario. Del gruppo fanno parte alcune pazienti, psichiatri, psicologi ed educatori. Durante l’anno si affrontano temi d’attualità e non si tralasciano neppure quelli “forti”, che spesso toccano molto da vicino gli internati. E il femminicidio, la violenza sulle donne è senz’altro uno di questi, considerato che da noi sono in cura uomini che hanno compiuto questo tipo di reati contro le donne. Un argomento difficile, che ha coinvolto emotivamente le pazienti partecipanti al laboratorio”.
Se in un primo momento, come conferma Rivellini, l’intenzione era stata quella di dedicare il calendario proprio alle vittime di queste violenze di genere, poi il tiro è cambiato: “Abbiamo pensato tutti assieme – prosegue lo psichiatra – che sarebbe stato meglio connotare positivamente il calendario. Per questo ci siamo concentrati sulle donne che hanno contribuito a far crescere il nostro Paese con le loro scoperte, la loro intelligenza, la loro arte, la loro determinazione a farcela“. Ecco allora che le pazienti, nel corso degli incontri in laboratorio (fisicamente un padiglione all’interno dell’Opg) , sono passate a selezionare 12 donne dopo una prima scelta di 25.
Aiutate e affiancate dal personale dell’istituto hanno effettuato una ricerca biografica e iconografica sulle protagoniste del calendario e da lì sono poi passate a disegnarle su carta. Una volta creati i dodici bozzetti, grazie all’aiuto di uno stampatore della zona che si è offerto di collaborare gratuitamente all’operazione, i bozzetti sono stati trasferiti su lastre di rame che hanno restituito le immagini su cartoncino. “Ne abbiamo stampate 800 copie, per il momento – dice ancora Gianfranco Rivellini – e la nostra intenzione è quella di venderle in determinate occasioni, come mercatini e convegni, per raccogliere fondi a favore delle attività interne dell’Opg, come i laboratori creativi. Alcune copie, poi, le invieremo a politici e dirigenti sanitari interessati dall’imminente realizzazione della riforma degli Opg, che dovrebbero chiudere a favore di piccole residenze da 20 posti dal taglio fortemente terapeutico e poco detentivo”. Questo per far vedere che, qualcuno, la riforma l’ha già iniziata.