L’idea era quella di organizzare un’assemblea d’istituto dedicata al tema della transessualità, relatori l’ex deputata Vladimir Luxuria e il presidente locale di Arcigay, Alberto Bignardi, affiancati da un medico endocrinologo. Ma ai genitori di una cinquantina di studenti iscritti al liceo classico Muratori di Modena, la scuola che aveva organizzato l’incontro, il programma non è piaciuto, tanto che hanno impugnato carta e penna per scrivere al dirigente scolastico provinciale e regionale, ottenendo così l’annullamento dell’iniziativa e il rinvio a data da destinarsi. Motivo della protesta il modo con cui il tema della transessualità vorrebbe essere trattato. L’iniziativa aveva ottenuto il via libera del Consiglio d’istituto, il presidente del quale è Giuseppe Marotta, marito dell’ex viceministro del governo Letta con delega alle Pari opportunità Maria Cecilia Guerra.

Nella missiva, pubblicata dalla Prima Pagina di Modena, infatti, 50 genitori del liceo classico del Muratori contestano, in primo luogo, il mancato invito a partecipare. “Comprendiamo il desiderio degli studenti di conoscere e approfondire tematiche varie e di rilevanza mediatica – dicono i genitori – ma riteniamo sia doveroso per le famiglie e per gli adulti presenti nella scuola affiancare i ragazzi. E’ importante verificare insieme a loro che le tematiche siano trattate in modo completo, che gli esperti invitati abbiano una competenza accertata e siano in grado di presentare ricerche e studi capaci di esprimere il dibattito scientifico culturale sull’argomento, oltre che ambiti differenti di riflessione”. Discorso che vale soprattutto, scrivono sempre i genitori, “per gli studenti delle prime classi che per età, formazione e livello di maturità potrebbero essere profondamente influenzati, nelle loro dinamiche interiori e interpersonali, da un approfondimento parziale o ideologico del tema”.

Le critiche riguardano anche il metodo dell’organizzazione dell’incontro nato peraltro su iniziativa degli studenti. I genitori degli studenti hanno saputo della delibera del Consiglio d’istituto quasi per caso, tanto che “non hanno potuto – scrivono nella lettera al preside – esprimere il loro parere rispetto all’opportunità dell’incontro, alla scelta dei relatori, e alle modalità organizzative specifiche”. Anche sugli ospiti, in realtà, i 50 genitori firmatari della lettera di protesta hanno qualcosa da ridire: “Ci domandiamo come possa favorire lo sviluppo del pensiero critico un evento che su un tema così delicato e complesso permetta l’espressione di un unico punto di vista”.

Per il momento, in ogni caso, la richiesta espressa in chiusura della lettera, cioè l’annullamento dell’assemblea d’istituto, è stata accolta e non si sa se una nuova data, alla fine, verrà fissata. A sperarlo è prima di tutto Bignardi, che assieme ad Arcigay da anni incontra gli studenti modenesi “per insegnare ai ragazzi a rispettare sempre i propri compagni di scuola”. “Io credo che su questa iniziativa si sia alzata solo un po’ di polvere, che con il dialogo potrebbe essere facilmente superata – racconta Bignardi – l’incontro che abbiamo pianificato è molto tranquillo, avremmo intenzione di proiettare un film sul tema del transgendersimo e della transessualità e poi dialogare con i ragazzi che ci hanno invitati. In pratica, ciò che vorremmo fare è contribuire ad abbattere il pregiudizio che molti nutrono attorno a questa questione. Non voglio sottostimare l’importanza della protesta dei genitori ma credo che sia nata da un problema di comunicazione, probabilmente se i ragazzi avessero invitato l’Arci Persone di colore nessuno avrebbe obiettato, e magari incontrandoci potremmo risolverlo. Credo che sia importante insegnare ai più giovani cos’è la transessualità, l’omosessualità, così che capiscano come rapportarsi con questa realtà specie in un momento in cui si verificano così tanti casi di bullismo”.

Per Arcigay, la partecipazione di Vladimir Luxuria è, più che un contributo, un esempio pratico. “Spesso, se si parla di transgenderismo, si pensa alla prostituzione e al sesso. Ma è sbagliato, e Vladi lo dimostra. Si può essere transessuali e vivere la propria vita, lavorare, frequentare la propria sfera sociale. In una comunità di 700 studenti, in media il 10% di loro è omosessuale: devono sapere che non sono soli, e che possono esistere al di là delle discriminazioni”.

L’obiettivo del progetto, che su scala provinciale si rifà a iniziative europee, spiega Bignami, è semplice: “Se si impara la tolleranza verso, ad esempio, la transessualità, poi la si applica anche a tutte le altre situazioni. E magari i ragazzi comprendono che certe parole che utilizzano con naturalezza sono in realtà offese nei confronti dei loro compagni di scuola, come è accaduto in seguito ad altri incontri a cui abbiamo partecipato. I genitori nella lettera scrivono che vogliono partecipare: bene, lavoriamo tutti insieme per organizzare un’assemblea condivisa. Dopo quello che è successo per me, ma anche per Vladimir, che ho sentito al telefono, è ancora più importante esserci”.

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