Inizia alle 12 l’udienza del processo in cui il leader di Forza Italia è imputato insieme a Valter Lavitola per la corruzione dell’ex senatore Idv Sergio De Gregorio, che ha già patteggiato la pena, perché passasse nelle fila del centrodestra e facesse cadere il governo Prodi nel 2006.

Intanto l’indagine sulla compravendita dei parlamentari nei confronti di Silvio Berlusconi e dei liberaldemocratici Daniela Melchiorre e Italo Tanoni parte per Roma e l’ex premier tira un sospiro di sollievo. Non saranno più i pm napoletani Vincenzo Piscitelli, Henry John Woodcock e Fabrizio Vanorio a occuparsi dell’indagine. 

A valutare se davvero il leader di Forza Italia sia colpevole di avere corrotto Daniela Melchiorre e Italo Tanoni perché votassero a favore del Cavaliere sulla questione del conflitto di attribuzione per il caso Ruby saranno i pm romani, Nello Rossi e Alberto Pioletti. I versamenti nel mirino sono due e partono da Pdl per arrivare sui conti dei due parlamentari liberaldemocratici.

La procura di Napoli ha scoperto che i soldi donati dal Pdl sono poi stati girati ai conti personali dei due parlamentari che li hanno spesi in parte per proprie esigenze private. Le date sono importanti: il 5 aprile del 2011 in mattinata Melchiorre e Tanoni vanno a palazzo Grazioli dall’allora premier e proprio quel giorno la Camera solleva a maggioranza un conflitto di attribuzione alla Corte costituzionale sul processo Berlusconi-Ruby. 

I due liberaldemocratici votano insieme alla maggioranza. La mozione passa con 314 si contro 302 no. Nemmeno due mesi dopo, il 24 maggio del 2011, parte il primo versamento di 300 mila euro. Un anno dopo – il 31 maggio 2012 – arriva il secondo, altri 700 mila euro. “La scadenza di pagamento” ammettono i tesorieri del Pdl “è stabilita negli impegni economici e politici sottoscritti nel 2011”.

I pm di Napoli ipotizzavano la corruzione da parte di Berlusconi. La Procura di Roma invece aveva già sentito un anno fa i due parlamentari e non li aveva nemmeno indagati perché i versamenti erano registrati. Dopo la fuga di notizie, il capo della Procura capitolina Giuseppe Pignatone si è messo in contatto con il capo di Napoli, Giovanni Colangelo, facendo notare che la competenza è romana. Probabilmente ora Tanoni e Melchiorre non saranno indagati, come a Napoli, per corruzione. La Procura di Roma smentirebbe la sua impostazione iniziale. Più probabile che valorizzi il dato nuovo del passaggio dei soldi dal conto del partito a quello dei parlamentari, contestando solo l’appropriazione indebita. E Berlusconi potrà tirare un sospiro di sollievo. Senza corrotti non c’è nemmeno il corruttore. 

La notizia del trasferimento a Roma del fascicolo sulla compravendita bis del 2011 potrebbe essere un argomento da spendere da parte della difesa di Berlusconi e degli altri imputati nel processo napoletano per chiedere di trasferire a Roma anche il fascicolo relativo alla corruzione del 2006/2007 molto più vicino alla prescrizione. In calendario oggi l’audizione di Francesco Pionati, teste della difesa, che verrà sentito dai versamenti ricevuti dal Pdl nel 2009 (250 mila euro) e nel 2011 (80 mila euro) e dichiarati alla Camera. 

Dal Fatto Quotidiano del 12 marzo 2014

Modificato da redazione web alle 11.31

Community - Condividi gli articoli ed ottieni crediti
Articolo Precedente

Caso Uva, gip Varese: “Imputazione coatta per carabinieri e poliziotti”

next
Articolo Successivo

Cancellieri indagata per le telefonate ai Ligresti. La procura: “Ha mentito ai pm”

next