Chi siede alla Camera, da noi eletto ed eletta, in questo momento tenga a mente che è lì a rappresentare non solo adulti e adulte forti, ma in particolare le fasce deboli della popolazione, i ragazzi, le ragazze, i bambini le anziane tra gli altri: coloro che non hanno spesso parole per dire il loro talvolta insopportabile disagio.
Ci ricorda Giuseppe De Rita, direttore del Censis, che le donne dopo i 50 anni,se non dispongono di un alto reddito, cosa comune nel nostro Paese, vanno spesso incontro ad una vita faticosissima fatta di cura dei nipoti, cura degli anziani, cura dei malati fino ad arrivare ad un vero e proprio burn out, sindrome di esaurimento fisico ed emotivo, che le annienta. Chi ha provato a doversi occupare di un malato di Alzheimer o di demenza, sa cosa intendo.
Nelle fasce deboli rientrano anche le bambine, le ragazzine in questi anni preda di giornali e televisioni voyeur che indagano senza pietà né comprensione sulle loro abitudini sessuali, come nel caso delle baby prostitute, per nutrire la curiosità malata di adulti annoiati, senza tenere conto della loro giovanissima età e del loro bisogno di essere protette nel rispetto del patto intergenerazionale.
Ci sono poi le donne che devono abortire, esperienza devastante, che non trovano uno straccio di dottore disposto a rispettare la legge 194, aggiungendo così disagio all’immenso dolore. Ci sono le ragazzine e i ragazzini che lasciano la scuola troppo presto, avendo noi italiani uno dei più alti tassi di abbandono scolastico in Europa. Ci sono i centri antiviolenza che chiudono,abbandonando nel terrore donne e bambini che lì trovavano riparo.
Di queste fasce deboli ogni rappresentante politico onesto e serio può e deve farsi carico. Ma è certo che i disagi che coinvolgono le donne e i bambini sono più facilmente presi in carico dalle donne, sia per conoscenza diretta del problema o per un sentire comune.
Credo dunque che le deputate che si sono trovate ieri a dovere affrontare la vergogna del boicottaggio del decreto sull’alternanza di genere– a scrutinio segreto, quindi da parte di individui incapaci di affrontare le conseguenze del loro gesto, dei troll della politica insomma-debbano emanciparsi velocemente da ogni logica di partito per fare gli interessi di chi rappresentano, nulla è più importante.
Ogni mezzo è lecito: si tratti di bloccare l’Italicum al Senato, di occupare il Parlamento o di rinnegare i compagni di partito: la missione a cui sono chiamate è un salto culturale definitivo per il Paese che dia giusta rappresentanza a quell’enorme numero di donne, la maggioranza della popolazione, che sono ingiustamente sottorappresentate in Parlamento.
E’ necessario compiere l’ultimo faticoso passo che è l’emancipazione dall’approvazione maschile, il vero scoglio da superare per una reale parità di diritti. Superare la paura di sentirsi dire: “Non è il momento, ci sono questioni vitali per il Paese, il tema delle quote verrà dopo.”
Non c’è tema più urgente di questo. La questione di genere va affrontata ora con coraggio facendosi carico di un tema che, se non risolto, allontanerebbe moltissime elettrici da partiti che non possiamo più definire democratici.