Il premier commenta così le difficoltà alla Camera dovute ai franchi tiratori democratici: "Pensavano di dimostrare che i numeri li avevano loro, invece no". Poi rilancia sul taglio del cuneo fiscale: "La più grande operazione politica di recupero di potere di acquisto. La sinistra è dove si combatte la povertà, non dove sta Rosy Bindi". Attacchi ai "tecnocrati" del ministero dell'Economia. Bersani: "Dovrebbe ringraziare il gruppo"
“In questi giorni non si è discusso di donne. Si è cercata un’operazione politica per dire che io non controllavo il Pd. Usando il voto segreto qualcuno ha tentato la rivincita sulle primarie, qualcuno ha cercato di farmi fuori. E non è passato. Ha perso. La legge elettorale va. Ed è solo il primo passo. Noi stiamo cambiando il Paese”. Così il premier Matteo Renzi, secondo quanto riportano i quotidiani di oggi, commenta i momenti di difficoltà sull’approvazione della nuova legge elettorale (ieri sera il voto finale non c’è stato, l’approvazione è arrivata stamattina). Il premier e segretario del partito è durissimo sulle defezioni che hanno fatto tremare il governo sulla legge elettorale: “Volevano dimostrare – dice a Repubblica – che sì, mi avevano lasciato il partito. Che sì mi avevano lasciato la presidenza del consiglio, ma che i numeri ce li avevano loro. Che loro potevano ancora essere determinanti. E invece no, i numeri li abbiamo noi“. Renzi ricostruisce così le “fazioni” interne: “Alla fine ci hanno messo la faccia i giovani come Speranza. E i trabocchetti sono finiti. Dall’altra parte c’era un’altra generazione, c’era la Bindi e c’erano i lettiani”. Frasi che non piacciono all’ex segretario Pier Luigi Bersani: “A Renzi potrà apparire strano ma c’è gente che non sa cosa voglia dire complotto. Farebbe bene a ringraziare il gruppo che, nonostante problemi molto seri, ha tenuto. Dovrebbe ringraziare i deputati, che nonostante problemi molto seri e obiezioni hanno votato. Questa legge va migliorata sul fronte del rapporto tra elettori ed eletti”. E ancora: “Capisco la necessità di intese, però non credo che Berlusconi debba avere l’ultima parola”.
Poi il premier parte all’attacco sulle misure economiche che verranno annunciate oggi. E anche qui non risparmia una frecciata all’apparato del partito: “Faremo la più impressionante operazione politica mai fatta a sinistra di recupero di potere d’acquisto per chi non ce la fa. Su questo tema ci giochiamo tutto, non sulle alchimie interne. La sinistra è dove si combatte la povertà, non dove sta Rosy Bindi“. L’obiettivo ora è ridurre il cuneo fiscale e pagare i debiti della Pubblica amministrazione: “Mi gioco tutto su questo, faremo la più grande operazione politica mai fatta a sinistra di recupero di potere di acquisto per chi non ce la fa”, dice Renzi. Queste misure, secondo il presidente del Consiglio, saranno “un vero e proprio shock positivo”. Con quali benefici? L’obiettivo sono i redditi medio-bassi, che secondo il premier vedranno aumenti fino a 100 euro: “Il punto è che il 27 aprile i lavoratori si ritroveranno cento euro in più in busta paga. Voglio che chi guadagna 1.200 o 1.300 euro possa dare di più alla propria famiglia”.
Resta il nodo delle coperture: “E basta con questa storia che non ci sono le coperture. Ce le abbiamo. Abbiamo trovato 20 miliardi e ne utilizziamo solo dieci”. Come si dividono i 20 miliardi? Lo spiega al Sole 24 Ore: “Sette miliardi dalla spending review di Cottarelli, 6,4 è la differenza tra il 2,6% tendenziale del deficit/Pil e il 3 per cento che è il vincolo europeo, tre miliardi è il dividendo dei tassi bassi, 1,6 miliardi dalla maggiore Iva, 2 dal rientro dei capitali”. A proposito di conti, Renzi accusa i tecnici del ministero dell’Economia: “Ci siamo trovati dinanzi il potere dei tecnocrati. Non parlo di Padoan con il quale c’è sintonia, ma di certa tecnocrazia. Solo che ora si sono trovati due sindaci come me e Delrio che sanno come vanno queste cose e certe furbizie non le possono fare. Il gioco delle tre carte è finito”.