Il mio voto non sarebbe bastato. È quanto mi sono detta lunedì sera dopo che il parlamento con il maggior numero di donne e di giovani ha bocciato gli emendamenti alla legge elettorale sulla parità di genere.

Io non c’ero, ero in missione a New York in rappresentanza della Camera per seguire i lavori dell’Onu, per parlare dei diritti delle donne. C’era il mio capogruppo, unico uomo vestito di bianco, che ha preso la parola ed è come se fossi stata io a parlare.

Non ce l’abbiamo fatta.

Che Forza Italia, Lega e Movimento 5 Stelle avrebbero votato contro lo sapevamo, ma in Parlamento c’è una maggioranza della quale questi partiti non fanno parte: non prendiamoci in giro, i numeri, ai quali si sarebbero aggiunti quelli di Sel, c’erano, ma grazie alla vergogna del voto segreto molti uomini, e spero poche donne, i cui partiti si erano dichiarati favorevoli o avevano lasciato libertà di voto, hanno votato contro.

Ancora una volta il Pd, come avvenne per Prodi, si è lacerato, nascondendosi nel segreto dell’urna. Siamo state sconfitte da dei codardi che temono per il loro seggio e non hanno avuto neanche il coraggio di metterci la faccia e da degli incompetenti che vogliono cambiare il mondo con frasi fatte e ordini ricevuti da altri.

Molti non hanno compreso, molti non hanno voluto comprendere. Non si tratta di quote rosa che andrebbero a discapito del merito, come, sbagliando, alcuni sostengono, ma di eliminare ostacoli affinché donne che meritano abbiano la stessa opportunità di essere rappresentate nelle istituzioni.

Se le donne sono poche non è perché non sono brave ma perché sono gli uomini a decidere l’ordine di lista e quindi se e come verranno elette. Pensate alla Lega che non ha alcuna rappresentante alla Camera, possibile che non ce ne era una valida? Così non è e lo sappiamo benissimo.

Stabilire la rappresentanza di genere per legge non sarebbe necessario se fossimo in un altro Paese, con un’altra mentalità, un’altra cultura. Un Paese dove non si dovrebbe sentire dire che le deputate del Pd devono essere grate a Bersani perché ha dato loro la possibilità di essere elette grazie alle primarie.

E non ci piace affatto che Renzi abbia dichiarato che lui la parità di genere la garantirà comunque, altra cosa per cui bisognerà essere grate e che inevitabilmente genererà, come in parte sta già avvenendo, una triste guerra fra donne.

Certo è che questa legge elettorale, brutta, poco democratica, forse incostituzionale, ora non ha proprio nulla per cui debba essere votata. Io personalmente non parteciperò al voto e sarebbe bello se anche le altre colleghe con le quali abbiamo combattuto questa battaglia la boicottassero. Almeno non saremo complici.

 

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