“Mi hanno umiliato abbastanza, e non ne capisco il motivo dopo avere pagato i debiti del club e gli stipendi arretrati. Se non mi vogliono me lo dicano e me ne andrò silenzioso come sono arrivato, sono troppo vecchio per combattere guerre che non sono mie”. Queste le parole rilasciate al Guardian da Massimo Cellino, giusto dieci giorni prima che la Football League decida se approvare o meno l’acquisizione delle quote di maggioranza del Leeds da parte di una società controllata dalla sua famiglia. Nonostante ilfattoquotidiano.it avesse scritto fin da gennaio che l’acquisto del Leeds da parte di Cellino era molto difficile, la stampa italiana ha continuato a dare credito alla versione dell’imprenditore sardo, le cui parole dette al Guardian sembrano però avere il sapore della resa.
Tutto questo mentre ieri il primo cittadino del capoluogo sardo Massimo Zedda ha dichiarato che ci sono almeno tre gruppi – “uno italiano, uno statunitense e un altro straniero” – interessati all’acquisto del Cagliari. Una trattativa che rischia però di saltare se Cellino non riuscisse a prendere il club dello Yorkshire. La risposta del direttivo della Football League (dalla seconda alla quarta divisione inglese) doveva arrivare oggi, ma sarà posticipata per aspettare la sentenza del processo in cui Cellino è accusato di evasione fiscale e che sarà il 18 marzo. Il pm Massidda ha chiesto una sanzione di 1 milione e rotti di euro e la confisca del bene accusando Cellino di non aver pagato 400mila euro di Iva su una barca a vela acquistata negli Stati Uniti e poi portata in Italia nel 2010. La difesa dell’avvocato Cocco sostiene che la barca è di proprietà di una società americana di cui Cellino è manager e non rappresentante, mentre l’accusa ribatte che la società è stata costituita solo un mese prima dell’acquisto della barca, proprio per evadere le tasse.
In attesa della decisione, ma è probabile che questa sentenza non sarà dirimente nella trattativa di acquisto del Leeds, che è bene ribadire non è stato ancora formalizzato. A Cellino sono infatti già contestati: la tentata truffa del 1996 nei confronti del ministero dell’Agricoltura italiano e dell’Unione Europea, 14 mesi patteggiati per una storia di silos e granaglie; i 15 mesi (sospesi dalla condizionale) per il falso in bilancio del Cagliari del 2001; e i quattro mesi passati in carcere nel 2013, con l’accusa di peculato e falso ideologico relativa allo stadio di Is Arenas. Condanne che già escluderebbero, secondo il test di idoneità fit and proper britannico, la possibilità per un imprenditore di acquistare più del 30% di un club di calcio.
Cellino vorrebbe il 75% del Leeds attraverso una società, la Eleonora Sports, di cui lui ha solo il 10%. Ma il comportamento ‘bizzarro’ dell’imprenditore sardo, che sulla scia degli oltre 30 tecnici licenziati in 22 anni al Cagliari, il primo giorno si è presentato ad Elland Road licenziando l’allenatore McDermott, ha subito messo in chiaro che il padrone sarebbe stato lui. Una mossa che ha anche attratto le ire dei tifosi, che a inizio mese hanno indetto una manifestazione di protesta presentandosi in curva vestiti da mafiosi. Per quanto riguarda la questione dei soldi già spesi nel Leeds, e sottolineata da Cellino al Guardian, sembra siano anche molti quelli finora investiti, ma nel caso non si concretizzasse il passaggio di consegne tornerebbero tutti indietro: e con gli interessi. Non si conoscono cifre ufficiali, ma pare che Cellino abbia versato una caparra alla Gulf Finance House di circa 6 milioni (5 milioni di sterline). Poi sono stati pagati 2 milioni circa per gli stipendi di gennaio, 2 per quelli di febbraio e ancora 2 per dei debiti con l’azienda fornitrice di materiale tecnico. Dato che la precedente proprietà non scuciva un euro da tempo, e stava portando il Leeds sull’orlo del fallimento, non è difficile ipotizzare che questo soldi li abbia messi Cellino. Come spiega però Phil Hay, redattore dello Yorkshire Evening Post, questi soldi sono un prestito al tasso del 10%. Quindi se Cellino non riuscisse a comprare il Leeds gli tornerebbe comunque indietro più di quello che ha speso finora.