Alessandra Mussolini, da me lontanissima per posizioni politiche, da giorni è bersaglio, soprattutto sui “social”, di un’ondata di insulti e di affermazioni di becera soddisfazione per la triste vicenda che la vede coinvolta solo in quanto moglie di un tizio che aveva scelto, colpevolmente, di intrattenere rapporti sessuali con minorenni.
L’odio messo in campo per insultare la signora Mussolini è talmente profondo che addirittura la figura colpevole del marito, la figura, ripeto, dell’unico colpevole, a volte, viene messa del tutto da parte.
E trovo tutto ciò profondamente triste. Non che non comprenda le antipatie che Alessandra Mussolini possa aver collezionato in questi anni con i suoi atteggiamenti. Non che dimentichi le sue “criticabili” posizioni politiche e le sue manifestazioni pubbliche a favore di Silvio Berlusconi, altrettanto sensibile al “fascino giovanile”. La signora Mussolini, come ho detto, politicamente è per me l’antitesi di ogni mio principio. Quella, però, ricordo è “politica” che lei esercita in quanto, cittadini italiani, in virtù della propria libertà di voto, l’hanno eletta e continuano ad eleggerla da decenni.
In più, aggiungo, che proprio perché mi colloco politicamente nel punto più distante da lei, rivendico il fatto che non mi appartengono atteggiamenti giustizialisti né voglie di liste di proscrizione o di pubblico ludibrio. Quelle sono cose dell’altra parte e nemmeno sempre.
Io vedo una donna, madre di due figlie femmine, che è stata travolta da una tragedia familiare che annienterebbe i più e che, proprio per tutti i suoi trascorsi, a lei deve pesare, necessariamente, ancor di più. E in questa tragedia lei non ha colpe: lei non ha infranto la legge e lei non è andata con le minorenni.
Insultare e gioire della cattiva sorte di una donna ferita perché pensiamo che quanto stia accadendo sia un meritato contrappasso mi fa orrore.
In questi giorni in cui le donne sono al centro dell’attenzione con la mancata approvazione delle – così orrendamente definite – quote rosa, che mi vedono assolutamente contraria, io mando, virtualmente il mio abbraccio alla signora Mussolini. Che oltre la pena non merita l’insulto. Essendo innocente.