Giustizia & Impunità

Corruzione, chiesto il rinvio a giudizio per dirigenti Compagnia delle Opere Saronno

La richiesta di processo, firmata dai pm di Mialno Antonio D’Alessio e Paolo Filippini, riguarda un’altra ventina di indagati, tra cui alcuni manager di aziende pubbliche, tutti coinvolti in un procedimento su presunti appalti 'truccati' per un valore di circa 12 milioni di euro

La Procura di Milano ha chiesto il rinvio a giudizio per Massimo Vanzulli e Oreste Ceriani, finiti in carcere per turbativa d’asta e corruzione nel gennaio 2013 e all’epoca rispettivamente presidente e ad della società ‘Kaleidos’ ed esponenti del direttivo della Compagnia delle Opere di Saronno (Varese). La richiesta di processo, firmata dai pm Antonio D’Alessio e Paolo Filippini, riguarda un’altra ventina di indagati, tra cui alcuni manager di aziende pubbliche, tutti coinvolti in un procedimento su presunti appalti ‘truccati’ per un valore di circa 12 milioni di euro.

Lo scorso 23 gennaio, infatti, oltre a Vanzulli e Ceriani, erano stati arrestati anche Monica Goi, che era responsabile dei Servizi generali di Direzione dell’Aler (l’azienda lombarda di edilizia residenziale), Giancarlo Bortolotti, ex manager degli Istituti Clinici di Perfezionamento di Milano, e Cristina Clementi, ex responsabile dell’Azienda Ospedaliera di Desio e Vimercate.

Secondo le indagini condotte dai carabinieri del Nucleo investigativo, grazie alla compiacenza dei funzionari delle aziende pubbliche, ‘oliati’ anche a suon di mazzette o favori, Kaleidos, società di noleggio di auto aziendali, si sarebbe fatta compilare bandi su misura per poi aggiudicarsi appalti o farli vincere, secondo l’accusa, ad altre due società, la Arval e la Ald Automotive.

In questo meccanismo illecito, come raccontano le carte dell’inchiesta, a pesare più di tutto sarebbe stata la “rete di contatti di Compagnia delle Opere (e quindi di Comunione e Liberazione)”, che ha “rappresentato, per la Kaleidos un’efficiente modalità per l’individuazione di nuove opportunità commerciali”. All’epoca degli arresti erano state perquisite, tra l’altro, le sedi dell’Aler e di Metropolitane Milanesi.

Aggiornamento
In data 5 aprile 2019 la Corte d’Appello di Milano ha dichiarato non doversi procedere per intervenuta prescrizione nei confronti, tra gli altri, di Massimo Vanzulli.