Il ricavato servirà a sostenere i cittadini del quartiere ateniese di Halandriou. Intanto la troika cerca un accordo con il governo greco per dare il via libera a nuovi prestiti. Ma la condizione potrebbe essere la soppressione di alcuni diritti dei lavoratori
Mentre la grande stampa internazionale e il governo locale lodano il memorandum imposto dalla troika alla Grecia, il Paese reale convive con la situazione kafkiana di un avanzo primario da un miliardo e mezzo di euro a cui fa da contraltare la povertà galoppante e diritti che svaniscono. Altro indizio di un disagio sociale è il ritorno ad una sorta di baratto: venerdì 14 marzo in occasione di un musical organizzato da alcuni studenti di una scuola di Atene, anziché pagare il prezzo del biglietto al teatro si accederà “pagando in cibo“.
L’iniziativa è della scuola Atene community school (ACS) in Halandri: il ricavato andrà alla Social grocery halandriou per sostenere i cittadini dell’omonimo quartiere ateniese, colpito come altri da un aumento vertiginoso delle sacche di povertà, con il famoso dato Ocse dei bimbi ellenici sottopeso che un anno fa fece scattare l’intervento di ong come Medici senza frontiere. Ogni spettatore dovrà portare con sé una borsa con prodotti come olio, zucchero, pasta e articoli da toeletta, alimenti per l’infanzia, pane tostato, marmellate, composte, e più ampiamente generi alimentari: l’obiettivo è di ottenere almeno 500 pacchi famiglia da destinare ai più bisognosi, tanti sono i posti a sedere della struttura. Si tratta di iniziative che rafforzano lo spirito di collegialità nella comunità scolastica, fanno sapere dall’istituto.
Particolarmente significativo che partano proprio dalle scuole, ovvero un altro di quei settori messi nel mirino dalla troika. Mercoledì scorso sono scesi in piazza in svariate città del Paese gli insegnanti che rischiano il licenziamento per effetto del provvedimento varato dal governo per tagliare 15mila dipendenti pubblici. Alcune docenti si sono incatenate dinanzi alla sede del Parlamento in piazza Syntagma ad Atene, per dire “no” al taglio indiscriminato di diritti e di settori nevralgici come l’istruzione mentre il sistema partitico che ha prodotto la voragine finanziaria greca non ha subìto alcuno stop.
Il riferimento è all’impegno assunto dal premier in persona di tagliare costi superflui che si sta rivelando solo un annuncio: come riferiscono oggi alcuni giornali greci, ammonta a 10mila euro per il 2013 il costo di caffè e acqua offerti dal Parlamento ellenico, quindi dai cittadini, ai componenti delle 44 riunioni delle Commissioni della Camera, come risulta dalle fatture pubblicate. Che si sommano ai 17mila euro in biscotti che i 300 deputati greci hanno consumato fino allo scorso dicembre.
La conferma del disagio sociale in cui si trova il Paese arriva dai dati dell’agenzia statistica nazionale greca. Proprio mentre il Parlamento europeo boccia la troika accusandola di avere aumentato povertà e disoccupazione, infatti, il tasso di disoccupazione in Grecia è aumentato al 27,5% nel quarto trimestre del 2013. In luglio-settembre il tasso si era attestato al 27, mentre nel quarto trimestre del 2012 la disoccupazione era stata pari al 26 per cento. In Grecia, che conta una popolazione di circa 10 milioni di persone, ci sono attualmente 1,36 milioni di persone senza lavoro e in cerca. I giovani restano i più colpiti, con un tasso di disoccupazione per gli under 25 al 57 per cento.
Il tutto mentre la troika, ad Atene sino a domenica, cerca un accordo con il governo greco per dare il via libera all’ulteriore tranche di prestiti da 15 miliardi, su cui spicca la preoccupazione e le riserve da parte del capo della missione del Fondo monetario internazionale, Pooul Thomsen. Secondo fonti comunitarie nella riunione di mercoledì, propedeutica a quella decisiva, il danese avrebbe messo sul tavolo nuove richieste da parte dei creditori internazionali, compresa la soppressione per tre anni, a partire dal 2017, di alcuni diritti dei lavoratori nell’ambito del nuovo contratto collettivo. Ma dimenticando, forse, che già da un anno e mezzo i nuovi lavoratori grazie al memorandum possono essere assunti con uno stipendio di 350 euro mensili. Con le multinazionali (tedesche) che ringraziano.
Aggiornato da redazione web alle 16.30