Camusso interviene sull'ipotesi di un contributo straordinario sulle pensioni, ma ritiene che "l'asticella su 2.500 o 3000 euro è troppo bassa". Posizione condivisa anche dal ministro per le Infrastrutture Lupi: "No a guerra tra poveri". Alfano: "Nei provvedimenti del governo c'è tanto Ncd".
“Abbiamo sempre detto che le pensioni d’oro potevano essere un bacino possibile di richiesta di contributo e continuiamo a sostenerlo ma è fondamentale dove si pone l’asticella e metterla su pensioni da 2.500 o 3000 euro è troppo bassa. E’ giusta l’idea ma l’asticella deve indicare una equità sociale”. Susanna Camusso a Radio Anch’io commenta il pacchetto di interventi varati ieri dal governo e insiste: la soluzione ideale sarebbe “quella di salvaguardare la classica pensione che deriva da 40 anni di contributi e cioè proteggere le pensioni da lavoro”. E pur manifestando soddisfazione per i provvedimenti a favore dei lavoratori, con aumenti in busta paga per stipendi fino a 1.500 euro, i sindacati in una nota congiunta ritengono inaccettabile “che per pensionati e anziani non ci siano sgravi fiscali”.
L’ipotesi “di un contributo straordinario da parte di chi guadagna molto e prende una pensione robusta c’è e sta per essere affinata”, sottolinea il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Graziano Delrio, e potrebbe attivarsi sulle pensioni da 2.500 euro in su. Ma anche il ministro delle Infrastrutture Maurizio Lupi mette in guardia sulla soglia oltre la quale intervenire. “Ovviamente chi prende 2.400 euro sta meglio di chi ne prende mille – dice – ma attivare un conflitto sociale su questo significa scatenare una guerra tra poveri e questo non è il nostro obiettivo. Dobbiamo e vogliamo fare una politica equilibrata tra lavoratori dipendenti“.
All’indomani dei provvedimenti annunciati dal governo, tra cui 80 euro in busta paga, taglio dell’Irap e aumento della tassazione sulle rendite finanziarie, il ministro dell’Interno Angelino Alfano si attribuisce buona parte del merito e spiega che nelle sua proposte “c’è tanto Ncd“. “Abbiamo fatto bene a partecipare a questo governo. Abbiamo mantenuto gli impegni”, ha detto. “Stiamo contribuendo a cambiare il Paese anche con dei no: alla svolta a sinistra, alla patrimoniale, alla tassazione dei Bot“, ha aggiunto precisando che con le nuove misure “abbiamo ottenuto il sostanziale smontaggio della legge Fornero” e “otterremo una maggiore occupazione e una maggiore fiducia tra lo Stato e gli imprenditori”. Poi attacca Forza Italia, che ha criticato le misure approvate ieri dal governo. “Fi si schiera ufficialmente contro la diminuzione delle tasse, è una notizia. Ci dispiace, vuol dire che è contro la loro riduzione. Eppure, la ricetta approvata ieri dal Cdm per diminuire le tasse sulle imprese e le famiglie è una ricetta liberale”.
Tuttavia le misure non potranno essere effettive prima di maggio, perché ad aprile, da detto Renzi “non ja famo“. Ma se è maggio, non sarà il primo giorno del mese ma il 27, giorno in cui arrivano gli stipendi, come ammette lo stesso Matteo. Quindi il suo potrebbe suonare come un annuncio in vista delle elezioni Europee. Ma il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Graziano Delrio, ospite di Agora su Raitre allontana questa ipotesi e spiega: “Non stiamo pensando alle elezioni di maggio, ma a un orizzonte temporale più alto e penso che meritiamo almeno un credito”. “Noi pensiamo alle nuove generazioni – aggiunge – e pensiamo che le misure che stiamo mettendo in campo siano grandi misure strutturali“. “C’è – ha aggiunto – una riforma importante del sistema istituzionale e politico italiano e siamo alla vigilia di decisioni importanti sulle Province e sulle città metropolitane, sistema barocco che sta per essere riformato. In Europa presentiamo una grande serie di riforme istituzionali, adesso abbiamo presentato uno shock su lavoro e redditi, mentre presto presenteremo uno shock sull’efficienza della pubblica amministrazione. E poi sul fisco gli italiani vedranno tutto il nostro impegno”.
Interviene sull’orizzonte del governo Renzi il presidente della Commissione Bilancio della Camera Francesco Boccia che si augura duri “fino al 2018”, anche se crede sia difficile. “Ho sempre sperato di sì perché significherebbe fare le riforme istituzionali, ho il timore di no. Spero di sì, temo di no”. “Queste sono le regole e farò di tutto, perché da me Renzi avrà la massima lealtà, totale sostegno. Penso che quando i contributi sono importanti per il Paese, il Parlamento deve correre, deve essere veloce, non deve perdere tempo”.