L'Assemblea di Strasburgo vota il superamento della commissione tripartita, che dovrà andare nella direzione della creazione di un Fondo monetario europeo: "Serve più trasparenza". Il rapporto: "Bce, Fmi e Commissione Ue hanno una distribuzione di responsabilità squilibrata e non definita"
Il Parlamento europeo rinnega la troika, almeno nella sua forma attuale. E per il futuro vota il suo superamento, che dovrà andare nella direzione della creazione di un Fondo monetario europeo. È questo l’esito della votazione dell’assemblea di Strasburgo, in sessione plenaria, che ha approvato con ampia maggioranza (rispettivamente 448 e 408 sì su 615 voti) le due relazioni a firma di Othmar Karas, vicepresidente del Parlamento e membro del Partito popolare europeo, e del socialista spagnolo Alejandro Cercas. Si chiude così il percorso di inchiesta sull’operato della troika negli ultimi anni, che era stato avviato a fine 2013.
O meglio, si apre adesso veramente: perché il Parlamento, insieme alle mozioni, ha approvato anche le linee guida di riforma dell’organismo. “Nel breve periodo – ha spiegato Karas – la troika dovrà dotarsi di precise regole di procedura interna, in modo da incrementare la trasparenza su come vengono prese le decisioni”. Il primo passo, dunque, sarà l’elaborazione di una sorta di statuto: in particolare, verranno regolamentate le sfere di competenza dei vari organismi che compongono la troika (Banca centrale europea, Fondo monetario internazionale e Commissione europea), anche rispetto alle istituzioni nazionali dei Paesi, che dovranno essere più coinvolti. Questo al fine di rafforzare il processo di controllo democratico e la credibilità del lavoro della troika. Ma anche per ribadire l’importanza della sovranità nazionale degli Stati.
Poi si dovrà agire a livello di immagine: “A causa della scarsa chiarezza nei processi decisionali, le misure della troika sono state spesso percepite in maniera negativa”, spiega il rapporto. Per questo verrà sviluppata anche una diversa strategia di comunicazione. Ci saranno però cambiamenti sostanziali d’approccio sin da subito, perché di recente “è stata prestata troppa poca attenzione all’impatto sociale dei provvedimenti”. In particolare, il Parlamento chiede alla troika di ridiscutere le misure che riguardano il debito pubblico del Paese.
Ma è soprattutto nel lungo periodo che dovrebbero esserci novità strutturali: “Le tre istituzioni indipendenti hanno una distribuzione di responsabilità squilibrata e non definita”, spiega il rapporto. Per questo la riforma riguarderà soprattutto i compiti all’interno della troika: la Bce dovrà essere presente solo come “osservatore silenzioso” durante i processi di negoziazione; l’Fmi dovrà essere coinvolto “solo se strettamente necessario”; mentre il ruolo della Commissione europea verrà preso da un nuovo Fondo monetario europeo, creato in base alla normativa Ue, in cui confluiranno le risorse del fondo salva-Stati Esm. Il risultato dovrà essere una nuova troika, in grado di assistere i Paesi in difficoltà in maniera democratica e soprattutto giuridicamente legittimata.
“Perché è vero – riconosce Karas – che la troika non dev’essere considerata come capro espiatorio”. Che l’Europa “stava affrontando la più grande crisi economica dal dopo guerra”, e che “senza la troika alcuni Paesi oggi sarebbero falliti”. Ma tante decisioni sono state prese in maniera poco chiara e vessatoria, aumentando in certi casi povertà e disoccupazione. E – come aveva denunciato Cercas il mese scorso nella sua relazione in Commissione – gli esperti della troika “hanno lavorato come macellai, non come chirurghi”. La conferma sembra arrivare dal disagio sociale in Grecia che continua a peggiorare, al punto che un teatro di Atene offre biglietti in cambio di pane e pasta per fare partecipare anche chi non può permetterselo.