Sabato 15 marzo 2014 il Locomotiv Club Bologna, in collaborazione con Red Bull Music Academy e nell’ambito di roBOt paths, ospiterà il concerto di Omar Souleyman, una delle figure più singolari del panorama musicale odierno. Nel corso della serata vi saranno anche il live di Phantom Klang ed il dj set di Lorenzo Nada aka Godblesscomputers che pubblicherà il 4 aprile il suo nuovo atteso album, intitolato “Veleno”.
Di questi tempi, poter parlare di Siria esulando per una volta dalle drammatiche notizie che giungono dal fronte della terribile guerra civile che la sta insanguinando, è già motivo di soddisfazione. Nello specifico ci riferiamo ad un autore e cantante che sta facendo conoscere a tutto il mondo, già da qualche anno, l’originale ibridazione sviluppatasi dall’incontro fra tradizione siriana e forme moderne di elettronica da dancefloor: lo sposalizio tra la dabke, la musica languida, gioiosa ed ipnotica che viene suonata in occasione di feste e celebrazioni, matrimoni in primis, e l’incalzante ritmo di una cassa che spesso è dritta e pulsante in quattro quarti come nella techno, amplificandone a dismisura la già naturale propensione danzereccia con sintetizzatori dall’effetto trance lisergico. Omar Souleyman è a tutti gli effetti il profeta di questa nuova tendenza. All’apparenza potreste confonderlo con uno dei facoltosi emiri che popolano le città arabe: veste lunga a mo’ di tunica, una kefiah a coprire il capo, occhiale scuro, baffone d’antan, alla Virdis o alla Causio, per intenderci. Ma se gli mettete in mano un microfono…
Originario del nord della Siria, al confine con Turchia ed Iraq, inizia a cantare nei Novanta, già trentenne, proprio ai matrimoni. Piano piano, anno dopo anno, la sua popolarità cresce a livello nazionale grazie alle numerosissime testimonianze audio registrate su cassetta che circolano per il paese. E’ grazie a questo tipo di supporti fonografici che la sua verve canora e la forza della sua musica giungono alle orecchie attente di Mark Gergis della Sublime Frequencies, etichetta di Seattle specializzata in suoni e musiche originali provenienti da ogni parte del mondo e diretta da Alan Bishop dei Sun City Girls. Dalla seconda metà dello scorso decennio la label americana inizia a pubblicare una serie di album molto interessanti che raccolgono la musica dell’artista siriano, rendendo manifesta l’assoluta freschezza e peculiarità della sua proposta. “Dabke 2020: Folk and Pop Sounds from Syria” contiene ad esempio un pezzo dirompente come “Lansob Sherek” che testimonia qualcosa di letteralmente inaudito in occidente fino al 2009.
L’intellighenzia musicale planetaria scopre così questo artista sui generis al punto che nel 2011 arrivano le Omar Souleyman Versions delle “Crystalline Series” di Bjork raccolte in un EP contenente tre pezzi pubblicato da One Little Indian. Nello stesso periodo Dan Snaith ovvero Caribou ovvero Daphni lo convoca all’All Tomorrow’s Parties mentre nel corso degli ultimi due anni il Nostro partecipa a tutti i più importanti festival internazionali, Primavera Sound compreso.
Oramai ampiamente sdoganato presso un pubblico di musicofili d’ogni genere e coccolato dai più influenti ed intelligenti produttori in circolazione, i tempi sono maturi per un’uscita che ne decreti la consacrazione: l’estate scorsa trapela la notizia che Kieran Hebden, ai più noto come Four Tet, avrebbe prodotto il suo nuovo album. “Wenu Wenu” il disco concretizzatosi alcuni mesi fa sugli scaffali dei negozi è un ottimo lavoro, fresco ed attualissimo compendio dello stile musicale coniato da Souleyman. Perfetta la regia di Four Tet che ne ha assolutamente assecondato l’originale vena senza minimamente snaturarne l’identità, esaltandola anzi con una produzione raffinata e finalmente all’altezza del calibro dell’artista. Brani come “Khattaba”, “Warni Warni”, “Yagbuni” si erigono in tal modo felicemente tra le vette più alte mai raggiunte sinora da questo artista carismatico. Nota di merito alla linea del Locomotiv che, dopo l’interessante live di Bombino, apre il proprio programma ad un’altra realtà di affascinante respiro.