Prende il via il restauro del monumentale Portico di San Luca di Bologna, il più lungo al mondo con i suoi 3975 metri, 666 archi e 15 cappelle, iniziato nel 1195 e finito nel 1765, percorribile senza mai bagnarsi quando piove da Porta Saragozza – a pochi metri sul livello del mare – fino alla basilica su su fino a 300 metri di altezza. I lavori si svolgeranno dall’arco 605 al 609, a ridosso della basilica, con l’obiettivo di arrivare fino al santuario e soprattutto per salvare alcuni affreschi, come quello dedicato a Sant’Agata in condizioni disperate, grazie alla donazione di 15.000 euro da parte di un privato. Cifra che copre in parte il costo totale dell’intervento – circa 40mila euro -. Ulteriore goccia nel mare dei denari che il Comune di Bologna sta raccogliendo da ottobre 2013 dopo aver lanciato sul web il crowdfunding civico “Un passo per San Luca”: 300.000 euro.
Dopo circa sei mesi di campagna in rete è stato racimolato il 47% del totale richiesto, ovvero 141.970 euro, grazie a 962 sostenitori che sono passati dal sito, anche se 100mila euro, gli unici in cassa per il progetto, li ha messi il Comune. “E’ un cantiere ma è anche uno strumento di comunicazione – ha ricordato l’assessore Matteo Lepore durante l’inaugurazione del primo mini cantiere – chiediamo a chi passa qui, in pellegrinaggio o mentre fa footing, di scattarsi un “selfie” (autoscatto) davanti al cantiere e a metterlo su Facebook per promuovere la campagna”.
“Dobbiamo unirci per ridare centralità, valore e bellezza ad un luogo simbolo, religioso e civico della città, che tutto il mondo vede passando per Bologna”, aveva spiegato il sindaco Merola inaugurando l’iniziativa sei mesi fa, “Dobbiamo assumerci una responsabilità come collettività per concretizzare questo risultato, insieme: da qui parte la riscossa civica di cui la città ha bisogno”. “E’ vero, potevamo aspettarci qualcosina di più dai bolognesi”, spiega Matteo Naldi, direttore marketing di Lavoropiù, l’azienda che ha contribuito assieme alla startup Ginger a far partire il restauro. “Io invece sono stupito del contrario”, spiega Renato Sabbi, presidente del Comitato del Portico di San Luca, il vero deus ex machina dell’organizzazione pratica dei lavori, “c’è stato perfino un signore che ha donato 4000 euro ma è voluto rimanere anonimo. Certo è che in questa epoca di comunicazione estensiva leggiamo sempre meno, siamo circondati di input e l’attenzione per le cose importanti si perde”.
Certo è che il restauro del Portico della Basilica di San Luca si sta rivelando più complesso del previsto. Operazione di restyling mai effettuata dal 1765 ad oggi con alcuni situazioni critiche tra colonne, archi e basamenti con un tariffario che va dagli archi in buone condizioni riparabili con ‘soli’ 6-7000 euro, a quelli più logorati dal tempo che vanno sistemati fin dalle fondamenta con un investimento di 12-15mila euro ad arco. “Invece di costruire cose nuove che sono uno spreco di denaro pubblico senza precedenti”, chiosa Sabbi, “teniamo in vita il ‘vecchio’ che la nostra città custodisce, questo significa turismo per la città, ma soprattutto orgoglio per la propria storia”.