Dopo aver intervistato mercoledì scorso in un mio programma radiofonico Davide Battistini, l’attivista di Ravenna in sciopero della fame dal 19 gennaio, ho pensato che oggi questa notizia aveva precedenza sulle altre; sostengo questa protesta non violenta per i cani detenuti ingiustamente alla catena e per Davide, che in questo momento ha bisogno dell’appoggio della stampa, degli attivisti e di tutti coloro che hanno a cuore la sorte dei cani. Non nego di essere preoccupata per la salute e la vita di questa persona che ha scelto questa forma pacifica di protesta. Alla mia domanda “continuerai ad oltranza il digiuno?”, Davide ha risposto “sì, in una guerra ci sono sempre dei caduti e anche se spero di non diventare anche io un caduto, continuerò ad oltranza“. Nel 2013 Davide aveva già digiunato per 44 giorni per ottenere dal governo regionale dell’Emilia Romagna il divieto di detenere i cani a catena nelle abitazioni. Sospese lo sciopero della fame, dopo che Vasco Errani, Presidente della regione, l’aveva invitato ad abbandonare la protesta con la promessa di una proposta di legge. A fine marzo dello scorso anno, la legge regionale è stata, infatti, approvata dal Consiglio Regionale ma con grande amarezza dell’attivista, “la legge non riporta l’incompatibilità, senza se e senza ma, della catena come metodo di detenzione”.
La legge regionale 29 marzo 2013, n. 3, “norme a tutela del benessere animale” recita, infatti, che “al detentore di animali di affezione è vietato l’utilizzo della catena o di qualunque altro strumento di contenzione similare, salvo per ragioni sanitarie, documentabili e certificate dal veterinario curante, o per misure urgenti e solo temporanee di sicurezza”.
E’ passato quasi un anno dall’approvazione ma i cani sono ancora tutti alla catena; sono numerose le segnalazioni che giungono alle associazioni animaliste regionali da parte dei cittadini. “Un anno fa mi sono fidato di Errani e non solo ha tradito la mia fiducia ma anche quella di 13mila cittadini firmatari della petizione contro i cani a catena. Fermerò questo secondo sciopero solo davanti a fatti concreti” dichiara Davide Battistini.
Il suo fisico è provato, il suo stato emotivo altalenante, ma l’attivista ravennate andrà avanti. Nel corso della nostra “chiacchierata” radiofonica ha confessato agli ascoltatori di avere dolori soprattutto al torace e crampi. Il suo digiuno è certificato e seguito dal cardiologo Roberto Parollo. E’ dimagrito 14 kg e dall’ultimo controllo è risultato anemico; il suo corpo è vulnerabile, dovrebbe stare a riposo e non frequentare posti affollati per evitare di contrarre infezioni, che non potrebbe combattere a causa dell’assenza dei leucociti. Davide, invece, continua a spendere energie e a battersi per ricevere delle risposte che al momento sono insoddisfacenti. Carlo Lusenti, assessore alla Sanità dell’Emilia Romagna, gli ha risposto dicendo, che sono necessari “ulteriori approfondimenti”. Questa dichiarazione lo ha fatto infuriare. “Hanno avuto un anno di tempo per fare gli approfondimenti che oggi invoca! Perché non sono stati interpellati per tempo l’ufficio regionale veterinario e l’ufficio regionale legale?”.
La sua battaglia è sostenuta anche da una petizione on line in cui Davide chiede al Presidente Vasco Errani che “la legge sia applicata subito, i cani liberati dalle catene e custoditi in recinti degni di un paese evoluto e civile”. Chiede, infatti, di inserire nella legge, “come misura minima dei recinti, 9 mq per ogni singolo cane ed un aumento razionale di superficie per ogni cane introdotto oltre al primo”.
Davide accusa anche la stampa di censura sulla protesta; il precedente digiuno aveva scatenato una campagna mediatica non indifferente e il presidente della Regione, a pochi giorni dalle elezioni, ha pensato bene di dare il contentino a Davide e agli animalisti, per evitare che la forma di protesta dell’attivista potesse passare la soglia. “Mi sembra quasi che hanno evitato il problema di un cadavere in periodo elettorale” dichiarava lo scorso anno Davide ai giornali per sintetizzare la sua delusione!
Per protestare contro la stampa silente è stata organizzata una manifestazione non violenta “per il diritto ad informare e ad essere informati”. La manifestazione si terrà sabato 15 marzo a Bologna dalle ore 13:00 presso la sede del quotidiano La Repubblica per proseguire sino alla sede del quotidiano L’Unità dove il corteo terminerà alle ore 19:00.
Dal suo ultimo post di questa notte sulla sua pagina facebook che si chiama Scatenare Diritti leggo: “Se vengo fermato nel digiuno con un trattamento sanitario obbligatorio, denunciate immediatamente il fatto alla magistratura in quanto è una palese violazione del mio diritto alla inviolabilità del mio corpo, come sancito dalla Costituzione”.