Emergono nuovi particolari nell'inchiesta sulle due adolescenti che venivano fatte prostituire in un appartamento nel quartiere bene dei Parioli. Le due mamme si confrontarono sulla situazione, ma il dialogò finì in lite. Inoltre le ragazze quando andavano nei motel usavano le stanze esterne per sfuggire ai controlli sull'età
Una madre mise in guardia l’altra: “Le nostre figlie fanno cose strane”. Ma la conversazioni finì con una litigata. Continuano ad emergere particolari nell’inchiesta sulle due adolescenti (14 e 15 anni) che venivano fatte prostituire in un appartamento nel quartiere bene dei Parioli, tra i cui indagati ci sono anche il marito di Alessandra Mussolini, Mauro Floriani, e il figlio di un parlamentare di centrodestra. Le ragazze agli inquirenti hanno raccontato nuovi particolari, dal comportamento delle madri, fino alle tecniche per evitare i controlli sull’età quando andavano nelle stanze dei motel. Secondo le testimonianze inoltre, c’erano anche clienti che si lamentavano delle prestazioni o del comportamento delle adolescenti.
La madre della ragazza più piccola andò a parlare alla mamma dell’altra ragazzina per metterla in guardia. “Guarda che le nostre figlie fanno cose strane”, disse la donna. E’ quanto si legge nel verbale dell’incidente probatorio delle due ragazzine e a raccontarlo è la figlia della donna che ricevette la visita dell’altra madre e che ora è indagata per sfruttamento della prostituzione. “Mia madre mi raccontò che la madre della mia amica andò a trovarla al lavoro dicendo che facevamo cose strane ma senza specificare cosa – dice la ragazzina – mia madre chiese cosa erano queste cose e l’altra rispose che non lo poteva dire. Mia madre allora si arrabbiò e le disse: ‘io sto lavorando e tu ti vieni a lamentare su tua figlia ma gestiscitela te, ma che ci vieni a far e quì”. All’incontro tra le due donne assistette anche la madre della donna indagata, ovvero la nonna della ragazzina ascoltata dal giudice. “La madre della mia amica non disse a mia madre che ci prostituivamo – spiega – a mia nonna sarebbe preso un colpo e avrebbe tentato di fermare questa situazione”. La donna nella denuncia ai carabinieri invece raccontò di avere detto alla madre della ragazzina quel giorno che “le cose strane” erano riferibili ad un giro di prostituzione minorile.
Secondo i racconti, le due adolescenti riuscivano a sfuggire ai controlli grazie anche alle prenotazioni di stanze “esterne” che non richiedevano la presentazione di documenti. “Quando andavamo in motel usavamo sempre le stanze che davano al di fuori, che danno all’esterno in modo tale che non dovevamo passare per la hall e non dovevamo dare i documenti, avrebbero visto che eravamo minorenni”. Questo racconta durante l’incidente probatorio una delle due ragazzine. “Quindi i clienti prendevano la stanza fuori – dice al ragazzina, noi aspettavamo che ci aprivano la stanza ed entravamo: così non ci vedeva nessuno“. La ragazza poi precisa: “Era Mirko (Ieni, ndr) a dire a clienti di prendere la stanza fuori, le faceva prendere apposta così quelli del centralino del motel non ci vedevano e non ci chiedevano i documenti”.
Qualche cliente sul sito dove Mirko Ieni aveva messo il contatto delle due ragazzine si era lamentato dopo gli incontri e aveva fatto delle “recensioni negative“. Lo si legge nei verbali dell’incidente probatorio. Motivo delle “lamentele” il fatto che le due ragazzine arrivavano in ritardo (e a volte non arrivavano proprio) e rispondevano sgarbatamente. “Alla fine siamo due ragazzine – dice la più piccola in sede di incidente probatorio- non eravamo sempre puntuali. Magari a volte ci innervosivamo e non eravamo proprio cortesi. A volte non ci andava proprio di andare. Perché comunque siamo due ragazzine ed eravamo sotto pressione. E Ieni si lamentava di questo, ci metteva sotto pressione. Per lui dovevamo lavorare tutti i giorni perché non voleva perdere i soldi. E per questo litigavamo spesso”.
Inizia domani una settimana di intensa attività istruttoria. Mirko Ieni, considerato il dominus del giro di prostituzione, verrà ascoltato nell’ambito dell’interrogatorio di garanzia dopo che gli è stata notificata la terza ordinanza di custodia cautelare per avere sfruttato altre due ragazze 19enni e averne filmato una durante un rapporto sessuale con un cliente. Per questo motivo Ieni è accusato di interferenza illecita nella vita privata, reato che si aggiunge allo sfruttamento della prostituzione minorile e alla cessione di stupefacenti. Inoltre sempre dai primi giorni della settimana i magistrati si concentreranno sulla seconda parte dell’inchiesta quella che riguarda i clienti che inizieranno ad essere ascoltati: quaranta sono stati identificati e di questi venti risultano indagati e dieci hanno già chiesto di patteggiare.