Ormai la strategia del vittimismo perenne di Forza Italia e del suo padrone è chiara da tempo. Francamente non ci meraviglia più nulla, ma il pregiudicato Berlusconi è arrivato al capolinea. L’ultima trovata elettorale è degna delle sceneggiature di Antonio Albanese e del suo personaggio Cetto Laqualunque.
E’ chiaro anche ai bambini che un condannato in via definitiva ( 4 anni per frode fiscale) non possa essere candidato a nessuna competizione elettorale. Per due motivi. Uno per l’esistenza della Legge Severino (votata anche dal centro-destra) e l’altro per la pena accessoria dell’interdizione dai pubblici uffici che verrà a breve confermata dalla Cassazione. Pertanto appare molto chiaro che Berlusconi, ben sapendo dell’impossibilità della sua candidatura alle Europee, cerchi ancora una volta visibilità sputando veleno e fango contro i magistrati e il sistema giustizia. Il tutto per cercare di garantirsi i voti dei suoi colleghi delinquenti. L’unica cosa che potrà fare il prossimo aprile è decidere se scontare un anno di arresti domiciliari o un anno ai servizi sociali. Tutto il resto sono chiacchiere che al Paese non interessano più.
Vada in pensione e se ne faccia una ragione. La cosa grave, ancora una volta, è il disprezzo sfacciato per il rispetto delle regole e delle leggi dello Stato. Per lui sono tutte opinabili. Per lui non esistono. Un personaggio che ha in questi ultimi 20 anni avvelenato i pozzi della società civile e della legalità. Uno squallore senza fine. Una negazione continua della realtà. Tutto il contrario di tutto. Nella sceneggiatura di Albanese già vedo un delinquente mafioso che dentro il carcere rilascia un’intervista dove annuncia la sua candidatura per Presidente della Repubblica. Quando fra 40 anni parleranno della nostra epoca politica credo che avranno difficoltà a capirci e a distinguere la realtà dalla fantasia. Di certo prepariamoci a due mesi di campagna elettorale di Forza Italia sui soliti temi. Povero Silvio. Ma soprattutto povera Italia.