Intanto amplia il suo raggio d'azione Tomnod, il sito di mappe usato dagli internauti da qualche giorno per partecipare alla ricerca collettiva in rete del Boeing. Quasi tre milioni di persone stanno 'scandagliando' via web le immagini satellitari nel tentativo di scovare indizi. Dalla Francia il supporto degli investigatori che ritrovarono il volo Parigi-Rio. "È una situazione molto diversa dal caso Air France, molto più difficile", ha detto da Kuala Lumpur Jean Paul Troadec, consigliere speciale dell’aviazione francese
A nove giorni dalla scomparsa del Boeing 777 di Malaysia Airlines con 239 persone a bordo si dà risposta al primo di una lunga serie di interrogativi. Sarebbe stato il copilota volo MH370 a pronunciare le ultime parole ricevute a terra: “Tutto bene, buona notte”. L’informazione, nella carenza di dati certi, è stata diffusa la compagnia aerea. “Le prime investigazioni suggeriscono che fosse il copilota a parlare” ha detto l’amministratore delegato della Malaysia Airlines Ahmad Jauhari Yahya in una conferenza stampa. La frase fu ricevuta dai controllori di volo dopo che qualcuno a bordo dell’aereo aveva già disattivato il sistema che segnala la presenza dell’aereo a terra.
Intanto amplia il suo raggio d’azione Tomnod, il sito di mappe usato dagli internauti da qualche giorno per partecipare alla ricerca collettiva in rete del Boeing. I satelliti, che in un primo momento erano puntati sul mare a sud della Cina, dopo l’evoluzione delle indagini sono stati spostati sull’Oceano Indiano e in particolare sullo Stretto di Malacca. Quasi tre milioni di persone stanno ‘scandagliando’ via web le immagini satellitari nel tentativo di scovare indizi.
Il sito Tomnod.com, gestito dalla società statunitense Digital Globe che vende immagini dai satelliti, ha annunciato su Twitter di aver caricato nuove immagini ad alta risoluzione delle isole Andamane e Nicobare e di una porzione di Oceano Indiano. Collegandosi al sito chiunque, registrandosi, può cimentarsi con la visione delle immagini e provare a individuare indizi da segnalare a esperti e soccorritori, contribuendo così a una mega ricerca collettiva in rete dell’aereo scomparso. “La ricerca cambia costantemente non appena nuove informazioni vengono alla luce”, scrive la società su Twitter.
Il Boeing 777-200 è sparito nella notte tra l’8 e il 9 marzo due ore dopo la partenza da Kuala Lumpur alla volta di Pechino, senza aver lanciato alcun messaggio di allarme prima di perdere il contatto con la torre di controllo. L’ipotesi, al momento, è che dopo aver disattivato i sistemi di tracking, il volo MH370 possa aver proseguito verso nord-ovest in direzione dell’Asia oppure a sud-ovest nell’Oceano Indiano, verso la costa occidentale dell’Australia. Il premier malese in una conferenza stampa ha parlato di “azione deliberata” rafforzando l’ipotesi del dirottamento. Le ricerche coinvolgono almeno 24 Paesi. Compresa l‘Australia che è stata incaricata del controllo delle ricerche nell’Oceano Indiano meridionale. Il premier Tony Abbott ha precisato che oltre ad assumersi la responsabilità nel ‘settore sud’, l’Australia ha impegnato ulteriori risorse alle operazioni. Il ministro degli Esteri Julia Bishop ha precisato che due aerei P-3 Orion dell’Aeronautica hanno ricevuto nuove istruzioni “in risposta alla mutata area di ricerca”. Uno degli aerei ha cominciato a scrutare l’Oceano Indiano a nord e a ovest delle isole australiane Cocos, mentre il secondo continuerà le ricerche a ovest della Malaysia. L’Australia fornirà tutti i dati raccolti alle autorità malesi che hanno la responsabilità di tutte le operazioni..
Intanto gli investigatori francesi che per due anni cercarono il relitto del volo Air France 447 Rio-Parigi, precipitato nell’oceano Atlantico nel 2009 dopo il decollo dal Brasile, sono arrivati in Malesia per mettere a disposizione la loro esperienza nelle ricerche. “È una situazione molto diversa dal caso Air France, molto più difficile”, ha detto da Kuala Lumpur Jean Paul Troadec, consigliere speciale dell’aviazione francese nelle ricerche del Boeing Air France. Troadec ha spiegato che nell’Atlantico gli investigatori poterono capire la localizzazione approssimativa del relitto anche dalla durata dalle comunicazioni radio, mentre nel caso malese le apparecchiature sono state spente di proposito.