A volte ritornano, si dice in questi casi. E ieri sera di ritorni ne abbiamo visto più d’uno sulle reti generaliste della nostra tv. E’ tornato Il medico in famiglia. Ma il medico non c’è più e la famiglia meno ancora. Quello che tanti anni fa faceva della serie un prodotto interessante con le sue notazioni di forte attualità sulla vita ospedaliera e sulle dinamiche familiari è svanito; al suo posto una commediola di caratteri senza pretese e senza mordente.

E’ tornato anche Drive in, il mitico intrattenimento satirico di Antonio Ricci che ha allietato le nostre serate domenicali di tanti anni fa. Ora si chiama Giass e del suo predecessore ha il ritmo scatenato e qualche attore. Ma l’irriverenza, il cattivismo tanto sbandierato, la spregiudicatezza non sono più quelle di un tempo. O meglio trent’anni dopo non bastano più, non c’è più la sorpresa, lo stupore che negli anni Ottanta ci coglieva nel vedere colpiti certi bersagli. Adesso i colpi sono prevedibili, per ora sparati a salve.

E allora di tutti i ritorni della serata uno solo si salva, ma alla grande. E’ quello di Pier Luigi BersaniChe tempo che fa. Spiritoso, ironico e autoironico, elegante – non nelle cravatte ma nei modi che contano più delle cravatte -, profondo e mai di maniera nei sentimenti di gratitudine che esprime, preciso e concreto nella letture e nelle indicazioni politiche che propone. Che l’ex- segretario del Pd abbia fatto, proprio un anno fa di questi tempi, una serie di clamorosi errori, non ci sono dubbi. Ma se quel signore che ho visto in tv, pacato, intelligente, acuto ed esperto è da considerare un ferro vecchio della politica, da rottamare al più presto, allora io preferisco seguire la politica solo al di là della Alpi.

Spero solo che nessuno abbia catalogato quel quarto d’ora di tv nella categoria del buonismo, perché se è accaduto vuol dire che la vera categoria da combattere è lo stupidismo. Infine, visto che le cose in televisione non arrivano da sole, nelle felicitazioni bisogna coinvolgere anche Fazio e la sua squadra. Si può anche sbagliare un festival ma questo non può cancellare, come qualcuno vorrebbe, le centinaia di ore di buona televisione che ci hanno regalato in dieci anni e ancora ieri sera.    

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