LA GIORNATA
In un campionato che ha già emesso il verdetto più importante, in una giornata priva di big match, si staglia prepotentemente il crollo del Milan. Asfaltato 4 a 2 in casa dal Parma dell’amico di famiglia Donadoni, per i rossoneri è la terza sconfitta consecutiva in campionato (mai successo con Allegri), la quarta consecutiva contando la debacle di coppa con gli altri 4 gol presi dall’Atletico Madrid. Oltretutto, un 4-2 casalingo il Milan non lo subiva dal 1939 contro la Triestina. Per Seedorf è la settima sconfitta da allenatore in dodici partite in panchina: una media da retrocessione. Al di là dei numeri, è l’atteggiamento in campo dei giocatori rossoneri, molli, svogliati e superficiali, a sigillare la fine di un’era: una volta erano fuoriclasse e guerrieri, oggi sono giocatori modesti che non sembrano nemmeno avere voglia di combattere e preferiscono specchiarsi nella loro mediocrità. Dalla tragedia si è passati alla farsa.
Detto che le colpe vanno come sempre divise più o meno equamente tra la squadra, il settore tecnico e le due società – quella di Barbara e quella di Galliani, costretti a una poco armoniosa convivenza nonostante i sorrisi di facciata – è doveroso che con questi numeri sotto scrutinio sia messo il tecnico. Seedorf ha inspiegabilmente escluso Rami e Taarabt, spesso migliori in campo, preferendo loro l’irritante Montolivo e lo spento Kaka. Interrogato nel dopopartita sulla sua presunta poca umiltà, il tecnico rossonero ha risposto con “le certezze acquisite in 22 anni nel calcio”, ribadendo quindi l’ottima idea che ha di sé. Dall’altra parte Donadoni, capace di reinventare Marchionni e rivitalizzare Cassano e Amauri portando il Parma al sedicesimo risultato utile consecutivo, con le ultime quattro trasferte vinte. Sembra però che a Milanello lo abbiano scartato perché poco elegante, senza il necessario physique du role.
La caduta della Milano rossonera coincide con la resurrezione della metà nerazzurra. Trascinata da Jonathan, che con un passaporto italiano fa l’occhiolino a Prandelli in vista del Mondiale, l’Inter vince e convince a Verona e lancia la rincorsa al terzo posto. Mazzarri ha gli stessi punti di Stramaccioni, ma il tecnico romano crollò con sole due vittorie nelle ultime dieci partite. Facile migliorare. Se la Fiorentina batte il Chievo con più fatica rispetto al largo risultato finale, ricacciando indietro i nerazzurri, la Juve espugna Genova con una meravigliosa punizione di Pirlo a pochi minuti dalla fine. A Marassi succede di tutto: due gol annullati a Osvaldo, di cui uno regolare, e un rigore di Calaiò parato da Buffon. Quello bianconero è l’ennesimo sigillo sul terzo scudetto di fila dell’era Conte, stasera infatti Roma e Napoli affronteranno Torino e Udinese pensando solo al secondo posto.
Importanti vittorie in ottica Europa League per Atalanta e Lazio. A Bergamo i nerazzurri ottengono la loro terza vittoria consecutiva travolgendo la Sampdoria, e mandando su tutte le furie Mihajlovic che minaccia punizioni ai suoi. A Cagliari la Lazio conferma il suo ottimo ruolino di marcia in trasferta, lontano dall’Olimpico dove aleggia il fantasma della contestazione a Lotito. Ancor più importanti le vittorie di Livorno e Sassuolo negli scontri diretti per evitare la retrocessione contro Bologna e Catania. In Inghilterra queste le chiamano “le partite da sei punti”, ma poi sarà il calendario a deciderne le sorti. Il Livorno resiste al ritorno del Bologna nonostante la doppia inferiorità numerica, confermando tutti i limiti degli emiliani. Il Sassuolo invece tira fuori proprio la voglia di vincere e lottare, rimontando in casa il Catania e condannandolo all’ultimo posto solitario.
LA FOTOGALLERY
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Vittoria salvezza per il Livorno contro il Bologna
IL PERSONAGGIO
Il calcio come prosecuzione della politica con altri mezzi sull’asse italo-tedesco. Dal gol del tedesco Mario Gomez al Chievo che lancia la Fiorentina verso l’Europa, intesa come l’Europa League, alla maglia autografata di Gomez che oggi il premier italiano Renzi consegna alla cancelliera tedesca Angela Merkel prima del vertice UE di Berlino. Il centravanti tipicamente “panzer”che con la Nazionale tedesca e il Bayern Monaco ha segnato caterve di gol e vinto tutto (almeno a livello di club) è diventato quest’estate l’acquisto più oneroso della gestione Della Valle e ha fatto appena in tempo a essere presentato allo stadio Franchi davanti a 25mila tifosi di in delirio e segnare alla seconda giornata una doppietta in maglia viola, che un brutto infortunio al ginocchio ha compromesso la sua stagione. Ciò nonostante la squadra di Montella è riuscita a tenere una media strepitosa, ma una volta rotto anche Rossi il rientro di Gomez era fondamentale per continuare il sogno europeo. Il suo primo gol dopo il ritorno è stato giovedì a Buffon, manco a dirlo in Europa League. A conferma della sua vocazione continentale.
LA SPIGOLATURA
Curiosa la contestazione della Curva Sud del Milan ieri a San Siro prima durante e dopo la partita con il Parma. Doveroso manifestare la propria insoddisfazione nei confronti della propria squadra, legittimo chiedere un incontro dopo il fischio finale tra una delegazione di tifosi e una della squadra (Bonera, Abate, Kakà e Balotelli con Seedorf). Fin qui nulla di strano, le contestazioni sono di casa anche al Milan e nell’anno disastroso del Capello bis i tifosi si erano incontrati con la squadra negli spogliatoi sempre dopo un Milan-Parma. La cosa che stona invece è che nel mirino dei tifosi siano finiti l’amministratore delegato “dimezzato” Adriano Galliani e il suo ultimo colpo di mercato, Mario Balotelli. Risparmiata invece l’altra metà della società, quella che fa riferimento a Barbara, e le scelte societarie che possono essere ascritte alla famiglia a partire dall’ingaggio di Seedorf, pupillo berlusconiano quando Galliani avrebbe voluto promuovere Inzaghi. Una contestazione quindi parziale, che a molti può anche essere sembrata eterodiretta. Nel caso sarebbe veramente triste, soprattutto per i tifosi.
RISULTATI
Verona-Inter 0-2 (Palacio al 13′ p.t. e Jonathan al 17′ s.t. )
Atalanta-Sampdoria 3-0 (Carmona al 36′ p.t., Bonaventura al 42′ p.t. e Denis al 10′ s.t.)
Cagliari-Lazio 0-2 (Lulic al 19′ p.t. e Keita al 24′ s.t.)
Livorno-Bologna 2-1 (Benassi (L) al 1′ s.t., Paulinho (L) al 8′ s.t. e Lazaros (B) su rigore al 41′ s.t.)
Milan-Parma 2-4 (Cassano (P) su rigore al 9′ p.t. e al 6′ s.t., Rami (M) al 11′ s.t., Balotelli (M) su rigore al 31′ s.t., Amauri (P) al 33′ s.t. e Biabiany (P) al 50′ s.t.)
Sassuolo-Catania 3-1 (Bergessio (C) al 30′ p.t., Zaza (S) al 11′ s.t., Missiroli (S) al 16′ s.t. e Sansone (S) al 44′ s.t.)
Fiorentina-Chievo 3-1 (Cuadrado (F) al 11′ p.t., Matri (F) al 39′ p.t., Paloschi (C) al 17′ s.t. e Gomez (F) 44′ s.t.)
Genoa-Juventus 0-1 (Pirlo al 44′ s.t.)
Torino-Napoli (stasera, ore 21.00)
Roma-Udinese (stasera, ore 21.00)
CLASSIFICA
Juventus 75
Roma 58**
Napoli 55*
Fiorentina 48
Inter 47
Parma 46*
Lazio 41
Verona 40
Atalanta 37
Torino 36*
Genoa 35
Milan 35
Sampdoria 34
Udinese 31*
Cagliari 29
Livorno 24
Chievo 24
Bologna 23
Sassuolo 21
Catania 20
* una partita in meno
** due partite in meno
MARCATORI
15 gol: Tevez (Juventus)
14 gol G. Rossi (Fiorentina)
13 gol Higuain (Napoli), Immobile (Torino), Palacio (Inter), Toni (Verona)
12 gol Berardi (Sassuolo), Gilardino (Genoa)
11 gol Balotelli (Milan), Cassano (Parma), Cerci (Torino), Llorente (Juventus), Paulinho (Livorno), Vidal (Juventus)
10 gol Callejon (Napoli), Denis (Atalanta)
PROSSIMO TURNO
Torino-Livorno (sabato 22 marzo, ore 18.00), Chievo-Roma (sabato, ore 20.45), Parma-Genoa (domenica 23, ore 12.30), Bologna-Cagliari, Inter-Atalanta, Sampdoria-Verona, Udinese-Sassuolo (domenica, ore 15.00) Napoli-Fiorentina (domenica, ore 18.30), Catania-Juventus, Lazio-Milan (domenica, ore 20.45)