L'uscita di scena "europea" avrebbe invece reso tutto più facile, ma il bersaniano resta governatore e nel 2015 si ricandida: se i renziani vorranno sfilargli la poltrona di governatore dovranno trovare un candidato di peso
Il governatore della Toscana Enrico Rossi non lascerà con un anno d’anticipo la Regione per candidarsi alle prossime elezioni europee: l’ufficializzazione della notizia è arrivata nel pomeriggio durante la riunione a Novoli (Fi) della direzione regionale del Pd. “Con i toscani – ha riferito il governatore – ho preso un impegno che voglio rispettare e portare fino in fondo”. I vertici del partito a maggioranza renziana avevano formalmente offerto a Rossi il posto di capolista (la Toscana si trova nel collegio dell’Italia centrale insieme a Umbria, Marche e Lazio) ma il bersaniano ha risposto “no grazie”, ribadendo la sua volontà di ricandidarsi alle elezioni regionali del 2015.
Questo significa anche che gli stessi renziani dovranno faticare ancora molto per tentare di sfilare la poltrona in Regione a Rossi. La proposta formalizzata dal segretario regionale Dario Parrini, renziano di ferro, è stata interpretata da alcuni come il tentativo di favorire una gloriosa e dorata uscita di scena del governatore per poi avere maggiori possibilità di conquistare il suo scranno. L’elezione di Rossi in Europa – è stato infatti il ritornello di molti – avrebbe voluto dire sgombrare il campo da un candidato forte e con un seguito molto importante: il 56enne originario di Bientina (Pi), espressione della sinistra Pd, risulta infatti essere il governatore più amato d’Italia (sondaggio Ipr Marketing).
Le elezioni per il dopo-Rossi si sarebbero dovute tenere probabilmente intorno a ottobre. Nei giorni scorsi erano già iniziate a circolare le voci di corridoio più disparate: si parlava ad esempio di una possibile candidatura dello stesso Parrini o dell’attuale vicepresidente della Regione Stefania Saccardi, ex vicesindaco di Firenze. Il rifiuto di Rossi a correre per l’Europa cancella però definitivamente l’ipotesi di elezioni anticipate. La partita per la guida della Regione si giocherà soltanto tra un anno e soprattutto con Rossi in campo: i renziani dovranno perciò essere in grado di opporgli un candidato di “peso”. Rossi ha infatti più volte dichiarato di volersi misurare con le primarie. Perché il rifiuto di candidarsi in Europa? “In questi giorni – afferma il governatore – ho sentito la vicinanza di tanti cittadini che mi hanno chiesto di rimanere qui, per portare avanti il lavoro intrapreso: tutto questo vale più di ogni altro incarico, pur onorevole”. Rossi parla inoltre di “un cantiere aperto” da completare e di impegni importanti da concludere: a tal proposito si tira in ballo il piano del paesaggio e quello sanitario oltre l’ambiente e la formazione professionale. Ci sarà inoltre da lavorare “sulla nuova legge urbanistica”, sulla “definizione del nuovo sistema aeroportuale” e sui fondi comunitari a favore delle imprese.