È stata sgomberata l’Officina dei beni comuni, uno spazio associativo autogestito ma che occupava abusivamente uno stabile di proprietà del Comune, alla periferia nord orientale di Milano. La particolarità della struttura – che assomigliava ad uno dei tanti centri sociali della città, gestito dai collettivi dell’ultra-sinistra – è che l’età media di chi si occupa di organizzazione eventi ed attività va dai 40 ai 50 anni. “Non vogliamo assomigliare a nessun centro sociale o ‘casa del popolo’ tradizionale – conferma Roberto Germani, portavoce dell’associazione – ma siamo semplicemente un’unità aggregativa di periferia, che in un’area di frontiera vuole fare cultura e ricreare un tessuto sociale”. “Anche se siamo stati sgomberati da questa sede – continua Germani – non ci fermeremo e presto occuperemo una nuova sede. In fondo la nostra è sempre stata una ‘realtà nomade’. Certo – termina Germani – l’atteggiamento del Comune ci delude: è triste vedere la forza pubblica schierata contro chi ha una certa età e vuole sostanziare il proprio impegno nel quartiere che lo ospita” di Fabio Abati
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