Il governo cerca di gettare acqua sul fuoco delle ipotesi che circolano dalla presentazione di venerdì e includono migliaia di tagli nella pubblica amministrazione. Il commissario: "85mila statali in esubero? È una prima stima, va affinata". E promette risparmi fino a 5 miliardi nel 2014
Sarà anche solo una bozza provvisoria, come sostengono da Palazzo Chigi, ma quella di Carlo Cottarelli è una bozza piuttosto strutturata. E i numeri snocciolati dal commissario per la spending review in Senato a valle di una mattinata di polemiche non lasciano grandi margini alle fantasie. “Per gli ultimi otto mesi dell’anno più o meno si arriva a 5 miliardi“, ha detto in audizione a Palazzo Madama, precisando che “prudenzialmente si può contare su 3 miliardi. C’è un margine, tutto dipende dalle decisioni politiche che si prendono”.
85MILA STATALI IN ESUBERO? “E’ UNA PRIMA STIMA”. L’ex capo degli affari fiscali del Fondo Monetario ha poi confermato le indiscrezioni sui tagli in arrivo tra i dipendenti pubblici. “Il coinvolgimento di 85mila statali nei piani di spending review è una prima stima di massima che va affinata in base alle effettive riforme che dovranno essere chiarite nel corso del 2014″, ha detto al termine dell’audizione in Senato. In ogni caso, ha aggiunto, “tutte le cose di cui si parla nel rapporto comporteranno in linea di principio un problema di esuberi. Ma si tratta di un problema risolvibile assorbendo altrove il personale. Per questo abbiamo sottolineato l’importanza della mobilità“.
Il commissario è tornato sul nodo del prelievo sulle pensioni più alte – del quale il premier non vuole però sentir parlare – sostenendo che “era uno scenario illustrativo” che può essere “modulato secondo i parametri che si decidono. Sono scelte politiche, si può anche decidere che non si devono toccare”. Quello delle pensioni è “un tema delicato, un comparto che costa 270 miliardi. Nella proposta si vagliano risparmi dell’1% delle spesa: molto meno che in altri settori. Mi sembrava giusto considerare questo aspetto, sarebbe stato difficile ignorare una spesa da 270 miliardi”. Il documento definitivo sulla spending review sarà comunque presentato “con il Documento di economia e finanza (Def)”.
Cottarelli ha annunciato infine l’intenzione di abbandonare il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan per avvicinarsi a Renzi: dalla prossima settimana sposterà il suo ufficio dal ministero dell’Economia a Palazzo Chigi, dove affinerà ulteriormente il piano della revisione della spesa in vista della pubblicazione finale.
PALAZZO CHIGI FA IL POMPIERE. Soltanto poche ore prima che Cottarelli iniziasse a parlare in Senato, in scia alla giornata di polemiche sui tagli trapelati, Palazzo Chigi aveva provato a gettare acqua sul fuoco della spending review e, in particolare, sulle slide presentate venerdì al presidente del Consiglio da Cottarelli e svelate lunedì 17 dal quotidiano Il Tempo, sostenendo che non si tratterebbe di una versione definitiva del lavoro dell’ex esponente del Fmi. “In queste ore alcuni organi di informazione stanno alimentando un’interpretazione distorta del buon lavoro del commissario Cottarelli sulla revisione della spesa per il pubblico impiego, in particolare su pensionamenti, turnover ed eventuali esuberi”, aveva fatto sapere in una nota anche il ministro per la Semplificazione e la Pubblica amministrazione, Marianna Madia. “In questo modo il quadro che emerge – continuava la nota – risulta assolutamente infondato”.
DIPENDENTI PUBBLICI, RISCHIO BLOCCO TURNOVER. Gli 85mila esuberi in arrivo nella pubblica amministrazione, secondo Repubblica, potrebbero generare un risparmio per le casse statali di 3 miliardi. Ma già si annuncia una fortissima battaglia sul tema. E’ proprio questo, infatti, il punto più discusso della spending review, su cui si concentrano le critiche dei sindacati. Cottarelli, secondo la ricostruzione delle slide che viene fatta dal Tempo, punta il dito in particolare sul turnover, cioè il meccanismo che in situazioni normali fa scattare un’assunzione per ogni dipendente che va in pensione. L’ipotesi sul tavolo del commissario sarebbe il blocco totale, dall’attuale situazione che congela il ricambio generazionale per l’80% (e cioè ogni 10 pensionati ci sono due assunzioni), con un conseguente invecchiamento dei dipendenti pubblici.