Domenica pomeriggio nell’intervista di Maria Latella su Sky, il ministro della Difesa Roberta Pinotti pareva categorica. Rispondendo a una domanda sulla riduzione degli F-35 aveva detto: “È lecito immaginare una razionalizzazione, si può ridurre e rivedere”, ma prima “c’è un impegno assunto dal governo, aspettiamo la fine dell’indagine conoscitiva per prendere le decisione”. Parole riprese in serata da Matteo Renzi che al tg confermava: “Il ministro ha ragione, risparmieremo molti soldi dalla Difesa. Tre miliardi di euro, anche se non tutti dagli F-35. Anche quel programma però sarà rivisto”. Ieri però, in audizione alle commissioni Difesa, è arrivata la retromarcia di Pinotti: “Io non ho parlato specificamente degli F-35. I media hanno esteso mie considerazioni con valutazioni che io non ho fatto”. E così l’intenzione di tagliare il numero di bombardieri (si ipotizzava persino una riduzione del 50 per cento, da 90 a 45 aerei) ieri si è trasformata in un “impegno a non fare ulteriori acquisizioni di F-35 oltre ai lotti già decisi”
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