Economia

Poltrone pubbliche, il cda di Telecom Italia spariglia le carte della partita

Generali, Mediobanca e Intesa propongono il presidente dell'Eni, Giuseppe Recchi, a capo del gruppo telefonico. Nella lista di maggioranza c'è anche Flavio Cattaneo, attuale ad di Terna. E così il gioco della seggiola è entrato nel vivo

Telecom Italia spariglia le carte nella partita per il rinnovo delle poltrone pubbliche. Telco, holding di controllo che riunisce la spagnola Telefonica, Generali, Mediobanca e Intesa Sanpaolo, ha proposto alla presidenza Giuseppe Recchi, attualmente ai vertici dell’Eni e consigliere di Exor, la holding della famiglia Agnelli. Nella lista di maggioranza c’è poi anche Flavio Cattaneo, cioè l’amministratore delegato del gestore della rete elettrica, Terna, che ha già informato il suo azionista Cassa depositi e prestiti e ha difeso la candidatura dichiarando che “in base alle norme della Consob posso accettare due ruoli da consigliere non esecutivo”. E ancora nell’elenco figurano i nomi di Giorgina Gallo, presidente onorario di L’Orèal Italia, Laura Cioli, ad di CartaSi e Giorgio Valerio, ex numero uno e direttore generale di Rcs quotidiani

La Findim di Marco Fossati, socio di Telecom con il 5%, formalizzerà invece la sua lista giovedì: ai vertici ci sarà probabilmente il nome di un altro manager sul filo tra pubblico e privato, Vito Gamberale, oggi amministratore delegato del fondo F2i di cui è sponsor l’onnipresente Cassa depositi e prestiti. Il prossimo 16 aprile quindi i soci Telecom saranno chiamati a scegliere sostanzialmente tra Recchi e Gamberale per la sostituzione di Aldo Minucci. E comunque vada, la nomina del nuovo presidente Telecom ha già dato il via al giro di poltrone pubbliche in via rinnovo, visto che ha già chiamato in causa in vertici di Eni e Terna, ai quali vanno aggiunti quelli di Enel, Poste e Finmeccanica per contare solo le più grandi.

A un calcolo veloce, Recchi dovrebbe uscire vincitore lasciando libera la presidenza del Cane a sei zampe. Con tanto di benedizione anticipata di banca Intesa il cui ad, Carlo Messina, ha già parlato di “un’ottima scelta” per Telecom. Dalla sua Recchi, classe 1964, ha innanzitutto il fatto di essere stato indicato dalla lista di maggioranza. E poi anche di essere un nome noto negli ambienti finanziari internazionali. Soprattutto quelli statunitensi, dal momento che fa parte della ristretta cerchia dei consiglieri europei del fondo statunitense Blackstone (quello che ha acquistato l’immobile di via Solferino da Rcs), oltre ad essere vicepresidente della Ge Capital Interbanca spa, filiale italiana del gigante statunitense General ElectricMa anche se a spuntarla dovesse essere Gamberale (classe 1944), la situazione non sarebbe molto diversa dal momento che l’ad di F2i è un partner strategico per la Cassa depositi e prestiti nel progetto di aggregazioni delle reti telecom, aeroportuali ed energetiche.

Le candidature per il vertice di Telecom aprono quindi nuovi scenari per il futuro delle poltrone di Stato che il premier Matteo Renzi ha in più occasioni dichiarato di voler svecchiare. La prima incognita riguarda appunto l’Eni: il deposito delle liste è atteso entro il 13 aprile in vista dell’assemblea che dell’8 maggio. Inutile dire che il 67enne ad Paolo Scaroni, la cui stella è offuscata dalle indagini sulle tangenti algerine, punta al rinnovo dopo nove anni alla guida del Cane a sei zampe. Ma con la poltrona di Recchi libera, il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, potrebbe proporre al manager la presidenza e scegliere liberamente il nuovo amministratore delegato. Per la guida del gruppo, Renzi avrebbe in mente Vittorio Colao, classe 1961, oggi ai vertici della società britannica di telecomunicazioni Vodafone. Ma, secondo quanto riportato da Repubblica lo scorso 17 febbraio, il premier ha già incassato un primo no. Non è esclusa neanche l’ipotesi Andrea Guerra, ad di Luxottica, che ha già rifiutato un ruolo governativo per continuare la propria carriera da manager. Circola, infine, anche il nome del fiorentino Leonardo Maugeri, ex capo ufficio studi dell’Eni, uscito nel luglio 2011 in dissenso con Scaroni, oggi professore ad Harvard e nel circolo di consulenti del presidente statunitense Barack Obama.

Dopo l’Eni, arriveranno poi a ruota le altre società quotate a partecipazione pubblica che hanno già indicato le date delle rispettive assemblee: Terna (il 14 maggio), Enel (il 22 maggio) e Finmeccanica (fra il 19 e il 30 maggio). Tecnicamente il ministero avrebbe più tempo per decidere le nomine, tuttavia la prassi vuole che tutte le candidature siano rese pubbliche allo stesso momento, ovvero in occasione della prima scadenza utile per le assemblee delle controllate. Sin d’ora del resto la lista dei potenziali successori di Scaroni (Eni, classe 1946), Fulvio Conti (Enel, classe 1947), Flavio Cattaneo (Terna, classe 1963), e Massimo Sarmi (Poste, classe 1948) è lunga e all’insegna ricambio generazionale.

Da tempo, ad esempio, è alla ricerca di un ricollocamento Francesco Caio, ex mister Agenda digitale rimasto a secco dopo aver perduto la poltrona di Fiat Avio: il manager ambirebbe a prendere il posto di Cattaneo ai vertici di Terna. Per la guida di Finmeccanica, in ambienti romani si riferisce dell’ipotesi Massimo Brunelli, attualmente amministratore delegato di Idea Fimit, la più grande società di gestione immobiliare del Paese con dieci miliardi di asset in portafoglio. Ma in corsa ci sarebbero anche Franco Bernabè, ex Telecom e Giuseppe Bono, alla guida di Fincantieri. Per le Poste si parla invece dell’attuale numero uno delle Generali, Mario Greco, mentre per l’Enel c’è sul tavolo l’ipotesi Luigi Gubitosi (classe 1961), oggi ai vertici della Rai. Il suo mandato non è in scadenza, ma la promozione in Enel lascerebbe le chiavi di viale Mazzini nelle mani di Renzi già pronto ad affidarle a Antonio Campo Dall’Orto, ex Mtv e La7.

Una volta risolto il rebus delle poltrone delle quotate, l’ex rottamatore dovrà poi occuparsi di tutto il resto: secondo i conteggio del Sole 24 Ore dello scorso 1 febbraio, ci sono seicento poltrone in scadenza tra metà aprile e inizio giugno. Fra questi Enav, Poligrafico, Fintecna, Mistral Air, Italia Turismo, Fondo Strategico e 13 società del gruppo Fs, oltre ai collegi sindacali di 10 controllate dirette e di 50 controllate indirette, tra cui Eni, Coni Servizi, Rai World, Stretto di Messina.