Il miglior spot del calcio italiano a livello internazionale da anni. In cui alla fine, come spesso accade nello sport, vince la più forte. E questa è la Juventus. È un peccato – viene da pensare – che il derby azzurro in Europa League sia arrivato già negli ottavi di finale. E che una Fiorentina così bella venga eliminata così presto. Poteva davvero essere la coppa delle italiane e invece c’è il rischio che delle quattro in corsa ai sedicesimi ne resti solo una, se stasera il Napoli non completerà la difficile rimonta contro il Porto. Ma questa è un’altra storia.
Tra Fiorentina e Juve è stato un match teso e intenso, a tratti bello anche se forse non esteticamente. Perché tra viola e bianconeri non è mai una partita qualsiasi, come insegna la storia recente e lontana. Una gara molto bloccata nel primo tempo, dove l’1-1 dell’andata ha frenato entrambe le squadre: dopo l’avvio arrembante dei padroni di casa e la reazione degli ospiti, è soprattutto equilibrio, sfida fra due magnifici centrocampi. Le chance migliori, comunque, sono della Fiorentina: Mario Gomez e Pizarro sfiorano i due pali protetti da Buffon, Ilicic sparacchia alto da posizione favorevole. Occasioni che col passare dei minuti diventeranno rimpianti. La Juventus, invece, si lascia soprattutto trascinare dalla foga e la classe di Carlos Tevez. Aspettando il momento per affondare il colpo decisivo.
La svolta arriva nella ripresa, al 70’: un fallo ingenuo di Gonzalo Rodriguez su Llorente al limite dell’area, in posizione centrale. Secondo giallo, cartellino rosso per il difensore argentino e un calcio di punizione che da lì, per Andrea Pirlo, è come un rigore: palla sul palo del portiere ma all’incrocio, Neto proprio non ci può arrivare. A quel punto mancherebbero venti minuti per cercare il gol del pareggio e dei supplementari. Ma con un uomo in meno e il morale sotto terra l’impresa è quasi impossibile. Llorente di testa e Lichtsteiner di piede sfiorano il raddoppio, Vidal al 90’ divora un gol a porta spalancata. E in pieno recupero Tevez rimedia un’ammonizione per una tacchettata in testa a Neto probabilmente evitabile. Ma conta poco: la viola e i suoi tifosi attendono inermi il novantesimo.
Al fischio finale piange la Fiorentina eliminata. Come già nel 1990, in quella finale di Coppa Uefa persa contro la Juventus anche per l’indisponibilità del Franchi, e l’obbligo di giocare il ritorno in campo neutro, ad Avellino, tra tifosi più bianconeri che viola. Prima e dopo sconfitte, sfottò, la dolorosa cessione di Roberto Baggio, per una rivalità mai sopita. E oggi la storia che si ripete, anche se solo in un ottavo di finale. Per la grande rivincita la Fiorentina (che pure quest’anno è l’unica squadra italiana ad aver battuto la Juventus in campionato) dovrà aspettare ancora.
Esulta invece Antonio Conte, che può ancora inseguire l’accoppiata coppa-campionato. Certo anche in casa bianconera non è tutto oro quel che luccica. Resta l’impressione di una Juventus dominante in Italia e sempre un po’ balbettante a livello internazionale (circostanza che avanza dubbi sulla squadra di Conte, ma soprattutto sulla qualità del nostro campionato). E il fatto che questo derby sia andato in scena sul palcoscenico minore dell’Europa League, l’Europa di serie B, mentre in quella che conta le italiane sono ormai comparse. Tutti elementi di riflessione. Che solo una vittoria finale della Juventus – adesso grande favorita del torneo –, nel suo stadio, a Torino, potrebbe (parzialmente) cancellare.
IL TABELLINO
FIORENTINA: Neto, Cuadrado, Gonzalo Rodriguez, Savic, Tomovic, Pizarro (47′ Ambrosini), Aquilani, Borja Valero, Vargas, Ilicic, Gomez (64′ Matri). All.: Vincenzo Montella.
JUVENTUS: Buffon, Caceres, Bonucci, Chiellini, Isla (76′ Lichtsteiner), Vidal, Pirlo, Pogba, Asamoah, Llorente (88′ Osvaldo), Tevez. All.: Antonio Conte.
Note: Ammoniti: G. Rodriguez, Cuadrado, Neto (F); Vidal, Tevez (J). Espulsi: G. Rodriguez (F) al 69′. Marcatori: 70’ Pirlo.