Non si fermano i barconi diretti a Lampedusa. “I migranti che in queste ore stanno sbarcando sulle coste siciliane potrebbero essere oltre 4.000. Le imbarcazioni provengono dalla Libia ed è la prima volta che si assiste a un’ondata di arrivi cosi consistente e concentrata in poche ore”. Lo dice José Angel Oropeza, direttore dell’ufficio di coordinamento dell’Organizzazione internazionale delle migrazioni (Oim), commentando la ripresa degli sbarchi. I migranti vengono da Eritrea, Nigeria, Siria, Mali, Gambia, Guinea Bissau e Senegal. Tra il 18 e il 19 marzo sono già approdate sulle costa siciliana 2.128 persone. Numeri che fanno impallidire gli sbarchi dello scorso anno: nei primi tre mesi sono stati 500.
Quest’anno, fino ad oggi, 5.475. Rispetto a dodici mesi fa, la novità è l’operazione Mare nostrum, cominciata ad ottobre 2013. Dopo le prime diffidenze, il Comitato italiano per i rifugiati (Cir) e l’Unhcr si sono complimentati con i militari per il servizio che hanno svolto. “Da ottobre a oggi – dichiara il presidente del Cir Christopher Hein – non c’è stato nessun naufragio né nessun morto. Invece sono stati portati a temine 76 interventi, con una media di circa 20 al mese, e portate in salvo 12 mila persone, per lo più rifugiati. Un grande sforzo da parte dell’Italia”.
Ma quanto può durare questo impegno? C’è la possibilità che la missione debba essere interrotta per motivi economici. L’unica soluzione è “scoraggiare i viaggi della speranza”, sostiene l’Oim, dando ai migranti la possibilità di fare richiesta d’asilo nei loro Paesi o in quelli lungo la rotta verso l’Europa. Dopo l’arrivo in Italia, l’odissea dei migranti però è solo all’inizio: Hein teme che il sistema d’accoglienza non sia in grado di gestire questi numeri. “La quasi totalità dei migranti è costituita da richiedenti asilo, ma i centri in Italia sono sovraffollati”, precisa Hein.
Per i 1.257 minori sbarcati dall’inizio 2014, la situazione è ancora più grave. I posti per la loro accoglienza non sono sufficienti e gli standard da centro a centro sono molto diverse. “È inaccettabile che di fronte a un flusso di arrivo del tutto previsto e prevedibile, le autorità non abbiamo predisposto neanche un piano per l’accoglienza di questi minori, che si aggiungono alle centinaia di loro coetanei arrivati nelle scorse settimane”, dichiara Raffaela Milano, direttore programmi Italia-Europa di Save the Children. Il 23 luglio 2013 l’organizzazione ha depositato una proposta di legge per la tutela dei non accompagnati. Obiettivo principale: creare un sistema nazionale di accoglienza che garantisca le stesse procedure in tutta Italia. Dal 23 dicembre giace alla Commissione affari costituzionali.