“I magistrati che operano bene sono esposti alle minacce”. Commenta così il procuratore nazionale antimafia Franco Roberti l’episodio avvenuto nei giorni scorsi a Crotone dove qualcuno ha manomesso l’auto del padre del sostituto della Dda di Catanzaro, Pierpaolo Bruni. Il magistrato, da anni sotto scorta, ha inferto colpi durissimi alle cosche del crotonese e di Vibo Valentia. Tre individui a volto scoperto si sono introdotti nel cortile, dove il padre di Bruni aveva parcheggiato la sua Fiat Panda, l’hanno messa in moto e parcheggiata nel mezzo di un’area interdetta alla sosta. Il tutto sotto le telecamere del complesso edilizio dove abita anche il sostituto procuratore della Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro. Ma il danneggiamento dell’auto del padre non è il primo episodio che desta inquietudine circa la sicurezza del magistrato Pierpaolo Bruni e sulla cui natura viene mantenuto il massmo riserbo. Seconto quanto riporta il Quotidiano di Calabria, già a gennaio, infatti, era accaduto qualcosa di preoccupante tanto da far convocare una riunione ad hoc del comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica  di Lucio Musolino

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