“Al mio segnale, scatenate il marketing”. Non più Massimo Decimo Meridio, non più Il gladiatore, ma sempre Roma, e sempre Russell Crowe. Alla fine ce l’hanno fatta, l’attore premio Oscar australiano e il regista di Noah Darren Aronofsky: non a incontrare privatamente Papa Francesco, ma a partecipare all’udienza generale del mercoledì in piazza San Pietro. Targato Paramount (all’udienza anche il vicepresidente Rob Moore), il kolossal biblico, meglio, epico Noahesce il 10 aprile (anteprima il 5 al Bif&st di Bari) nelle sale italiane: Crowe interpreta il patriarca e fortissimamente voleva che il Pontefice vedesse la sua prova.
Dear Holy Father @Pontifex @Pontifex_it @DarrenAronofsky #Noah film. Screening?The message of the film is powerful , fascinating , resonant
— Russell Crowe (@russellcrowe) 24 Febbraio 2014
L’avrebbe trovata “potente, affascinante, risonante”, come gli scriveva su Twitter, così insistentemente da far gridare ironicamente allo stalking.
Ebbene, l’incontro privato non c’è stato – “Non si può dire neanche che sia stato cancellato, semplicemente non è mai stato combinato”, aveva precisato il direttore della sala stampa padre Federico Lombardi – ma un piede in Vaticano Russell e Darren l’hanno messo, con il primo a postare su Twitter foto del “backstage” (Guardie svizzere) e del – sintomatica definizione – “pre show” con “girls” (suore) e “lads” (preti). Per concludere: “Thank you holy father @Pontifex for the blessing”.
Ciao Roma, my love for your eternal light just grows deeper. Thank you holy father @Pontifex for the blessing
— Russell Crowe (@russellcrowe) 19 Marzo 2014
Benedetto Crowe, e benedetto marketing, che Papa Francesco tira e oramai è imprescindibile: prima Philomena (udienza privata per Philomena Lee e lo sceneggiatore-attore Steve Coogan) e ora Noah, “il film ideale” non è più quello inteso da Pio XII, ma quello che si riesce a far vedere al Papa, o almeno ci si prova. Problema, Francesco non si presta, perché di marketing si parla, e al massimo può capitare che lo vedano i suoi collaboratori, come nel caso di Philomena.
Ma l’importante è la notizia, che poi tra udienza privata e udienza generale fa confusione pure la Bibbia del cinema Variety – aveva scritto di incontro cancellato tra @russellcrowe e @Pontifex , così non era – e la promozione ha della ragioni che la fede non conosce: dalla Giornata Mondiale della Gioventù di Rio al Tertio Millennio di Roma, l’unico festival cinematografico patrocinato dal Vaticano, il footage di Noah è andato là dove c’erano “fedeli”, ovvero potenziali spettatori. Nel frattempo, oltre alla “guerra privata” ingaggiata da Variety contro Paramount, e viceversa, la temperatura saliva in Medio Oriente: censura preventiva in Qatar e Bahrein, perché raffigurare Noè è tabù, incerto il Pakistan, via libera dall’Egitto. Insomma , ci sono (quasi) tutti gli ingredienti – polemiche, proiezioni mirate, divieti e vesti stracciate – perché si possa ripetere il caso The Passion, e la Paramount in cuor suo lo spera: tra frustate e aramaico, nel 2004 Mel Gibson si mise in tasca oltre 600 milioni di dollari.
Screening test non lusinghieri, il 3D aggiunto in postproduzione, e la sensazione che in Noah il peplum batta il sacro, Il gladiatore il patriarca, The Fountain la Bibbia: niente di male, per carità, ma allora perché cercare l’imprimatur del Papa? Perché è Hollywood, e pecunia non olet, nemmeno d’incenso.
Hollywood sa che la più grande storia mai raccontata rimane sempre quella, Antico e Vecchio Testamento: Son of God, adattato dalla miniserie The Bible, ha già incassato oltre 50 milioni di dollari e un tot di controversie, da Satana sosia di Obama in giù; Exodus di Ridley Scott, con Christian Bale nella tunica di Mosè, arriverà a dicembre; Brad Pitt studia da Ponzio Pilato e Will Smith vorrebbe passare dietro la macchina da presa per Caino e Abele. Del resto, botteghino aggiornato all’inflazione, Ben Hur e I dieci comandamenti hanno incassato più di Avatar, Transformers e The Dark Knight messi insieme: dunque, come non scritturare le Sacre Scritture?
@fpontiggia1
Dal Fatto Quotidiano del 20 marzo 2014