Il presidente del Consiglio replica con una nota alle accuse di Libero: "Non era la mia abitazione, ho abitato lì solo in alcune circostanze"
La casa di via Alfani “non era la casa di Renzi pagata da altri, ma la casa di Carrai pagata da Carrai”. E’ la replica del presidente del Consiglio Matteo Renzi dopo le contestazioni mosse da Libero e dopo un esposto che ha dato il via a un’inchiesta della magistratura. Il caso è quello di un’abitazione, a Firenze, della quale avrebbe usufruito l’ex sindaco di Firenze. “Nelle ultime ore il quotidiano Libero ha sollevato più polemiche su alcune vicende personali di Matteo Renzi e della sua famiglia. E’ forse utile al riguardo sottolineare alcuni punti” si legge in una nota dell’ufficio stampa personale di Renzi. Il primo punto è dedicato alla casa di via Alfani, dunque: “In questi anni Renzi ha vissuto a Pontassieve, come ben sanno tutti i giornalisti fiorentini che lo hanno seguito a lungo. La casa di via Alfani è stata per alcuni anni la casa di Marco Carrai, pagata dallo stesso Carrai. Non era, dunque, la casa di Renzi pagata da altri, ma la casa di Carrai pagata da Carrai. Renzi ha usufruito in alcune circostanze dell’ospitalità di Carrai, il cui contratto di affitto dell’appartamento è stato già reso pubblico”. In più, precisa la nota del capo del governo, “ha affittato per circa un anno un appartamento a Firenze, nel 2009, in via Malenchini. Ovviamente a sue spese”. La nota smentisce anche un senatore della Lega: “La signora Agnese Landini Renzi (moglie del presidente del Consiglio, ndr) non è mai stata a Roma con quattro auto blu al seguito, come denunciato dal senatore leghista Candiani. Si tratta, semplicemente, di una notizia destituita di ogni fondamento”.
Infine “rispetto all’assunzione di Renzi nella società Chil, avvenuta l’anno precedente a quello della sua elezione a presidente della provincia di Firenze, per l’ennesima volta va ricordato che l’assunzione fu la conseguenza di un cambio al vertice della azienda che produsse l’esito di un diverso inquadramento contrattuale. All’interno peraltro di una azienda in cui Renzi lavorava già da 9 anni”.
Sull’abitazione in giornata era intervenuto anche l’avvocato Alberto Bianchi, legale di Carrai: “Quella casa non è stata presa in affitto da Marco Carrai per Matteo Renzi, ma per lo stesso Marco Carrai che poi, per amicizia, ha anche ospitato lo stesso Renzi il quale vi si appoggiava, per evidente praticità, nei momenti in cui ne aveva bisogno in relazione alla sua attività di sindaco di Firenze”. “Matteo Renzi – ha continuato – usava l’appartamento per fini pratici, per riposare o quando, concludendosi la sera tardi l’attività di Palazzo Vecchio e dovendo riprenderla l’indomani mattina presto, riteneva di non avere il tempo materiale per poter rincasare dalla famiglia, a Pontassieve”, ha anche detto l’avvocato Bianchi, riportando la questione ad “aspetti di buon senso”. Ad ogni modo, si apprende sempre dallo stesso legale, Carrai ha incaricato lo stesso avvocato Bianchi e l’avvocato Filippo Cei di seguire la questione anche rispetto al fascicolo conoscitivo aperto dalla procura di Firenze sulla base di un esposto del dipendente comunale Alessandro Maiorano e di valutare eventuali iniziative legali. Riguardo invece ai dubbi sollevati sulla residenza anagrafica, che Renzi trasferì nell’appartamento di Carrai, sempre l’avvocato Bianchi ha affermato che “per legge l’ospite può prendere la residenza dove si trova ospite. Quindi è tutto regolare”. Quanto alla decisione di avere la residenza in città, il legale rimanda a motivi di pubblica opportunità: “Matteo Renzi era il sindaco di Firenze e sembra naturale che con questo ruolo avesse la residenza in città”.