“Sì, qualche telefonata dalla direzione nazionale del Pd l’ho ricevuta, ma devo essere coerente con le mie idee”. Il giorno dopo l’ufficializzazione della candidatura di Adriana Querzé è un telefono occupato ininterrottamente per almeno mezza giornata. L’assessore all’istruzione ancora in carica della giunta Pighi ha rotto gli indugi e mandato ulteriormente in pezzi la difficile unità del Partito democratico : correrà da sola con una lista civica per diventare sindaco di Modena il 25 maggio prossimo: “Mi ero già candidata a novembre scorso alle primarie di coalizione del Pd, poi visto che hanno deciso di farle di partito, e che io da due anni non ho più la tessera, non sono stata ammessa”. Eppure la Querzé, classe 1960, ex dirigente scolastica, due mandati da indipendente come assessore alla scuola, è riuscita perfino a votare Gianni Cuperlo alle primarie che hanno incoronato rispettivamente Matteo Renzi e Giancarlo Muzzarelli alle primarie del Pd modenesi il 2 marzo scorso: “Mica potevo votare una candidata (Francesca Maletti ndr) che ha sempre lavorato in modo palese contro la giunta in campagna elettorale e che ha accolto senza dire di no l’appoggio di Giovanardi? Con Muzzarelli, invece, si era instaurato un confronto che però non ha dato risultati. Lui per due mesi ha sempre detto ‘dobbiamo recuperare la Querzé’, ma non ce l’ha fatta”.
“Per me Modena – Adriana Querzé sindaco”, scritta bianca su sfondo arancione e triangolino blu è il logo ufficiale della candidata anomala all’interno di un centrosinistra che sta ancora litigando dopo le turbolente primarie di partito. Sono tre settimane che Muzzarelli – il vincitore – Maletti e Silingardi se le danno di santa ragione a suon di denunce per irregolarità e compravendita di voto degli stranieri al seggio 2: “Episodio gravissimo, si era capito subito cosa stava succedendo in quel seggio”, commenta Querzé al fattoquotidiano.it “dappertutto l’affluenza era in calo, invece lì è triplicata”. La neocandidata sindaco pone sul piatto della bilancia la mancanza di risposte di Muzzarelli su temi programmatici fondamentali come sugli stranieri, il rapporto tra pubblico e privato nei servizi alla persona e il consumo di suolo pubblico: “Nessuno ne vuole parlare perché pensa di perdere voti, ma a Modena il 30% dei bambini è figlio di stranieri nato qui, per loro bisogna fare qualcosa di concreto. E ancora i servizi sono metà del bilancio, ci lavoro da una vita al tema dell’istruzione, il sistema misto nella scuola pubblica va mantenuto”.
Tra il 2011 e il 2012 l’assessore Querzè aveva portato a conclusione una ‘fondazione di partecipazione’ per mantenere pubblico il servizio scolastico delle materne di Modena, operazione invidiata da diverse città italiane e che le hanno consentito un’esposizione pubblica e un consenso nel centrosinistra che a livello elettorale potrebbe avere un discreto valore percentuale: “Non ho nemmeno fatto i calcoli su quanto serva per entrare in consiglio comunale con la lista civica. Forse il 3,5 %, non so esattamente. Davvero non c’ho pensato”. Così mentre gli altri candidati Muzzarelli, Maletti e Silingardi stanno ancora cercando una quadra per far partire ufficialmente la campagna elettorale del Pd, Querzè inizia la sua corsa senza accordi con altri partiti: “Sel deve ancora decidere con chi stare. I 5 Stelle sono una forza alternativa, ma a considerare quello che dice Grillo faccio fatica a definirli di sinistra”. E a chi le dice di ripensarci, o a provare un’ultima mediazione con i big del partito, lei risponde secca: “Sono già partita, stavolta non torno indietro. Certo è che fare una lista civica la ritengo una sconfitta politica. La sintesi tra istanze politiche consente di governare bene, ma i pezzi di partito che compongono oggi il Pd di Modena, frutto di anni di litigi e vecchie ruggini non si riescono a rimettere insieme”.