Il titolare dello Sviluppo: "Serve più flessibilità in uscita". La replica del ministro del Lavoro: "Ne parlo solo all'interno di un ragionamento generale". L'ex presidente delle Coop ha poi aggiunto che per vedere i primi benefici della riforma del mondo del lavoro occorrerà aspettare "tre o quattro anni"
L’Articolo 18 innesca i primi attriti all’interno del governo Renzi. I protagonisti del botta e risposta sono stati il ministro dello Sviluppo economico, Federica Guidi e quello del Lavoro Giuliano Poletti. Secondo Guidi nel mercato del lavoro serve più “flessibilità in ingresso” ma anche più “flessibilità in uscita, precisando però che la sua è una posizione personale. Ma la replica di Poletti non si è fatta attendere. Il ministro del Lavoro ha risposto a stretto giro alla collega. “Non discuto dell’Articolo 18 se non all’interno di un ragionamento generale. Non ha senso fissare un unico punto. L’efficacia di una misura è figlia dell’equilibrio complessivo delle norme”. Ha precisato Poletti, lasciando intendere che se verrà messa mano all’Articolo ci sarà una modifica strutturale e non piccoli ritocchi.
Poletti ha risposto così, nel corso di un incontro con i giornalisti, a una domanda sulle affermazioni del ministro Guidi. “Abbiamo fatto tanti danni, una singola misura va valutata all’interno di un ragionamento generale”. Riguardo le riforme annunciate sul lavoro Poletti ha aggiunto che sono state decise con l’obiettivo di ridurre al minimo le cause di lavoro decise dal magistrato. “Il lavoro è figlio di una libera scelta tra i soggetti e non della decisione di un soggetto terzo quale un magistrato”.
Il ministro Poletti, parlando a margine del Forum di Confcommercio a Cernobbio, ha poi sottolineato che “siamo in una sorta di terra di mezzo ci vorranno ancora 3-4 anni per vedere gli effetti positivi delle politiche che stiamo attuando” sul lavoro. “Nel 2014 avremo ancora problemi acutissimi di disoccupazione, la crisi non ha ancora scaricato tutti i suoi effetti”, ha concluso.