Non c’è due senza tre. Lo sa bene il fondo americano Blackrock, che da martedì 18 marzo è diventato il secondo azionista del Monte dei Paschi di Siena con il 5,748% rilevato nel giorno in cui la Fondazione Mps ha venduto tramite Morgan Stanley il 12% del capitale della banca salvata dal governo Monti con aiuti di Stato per oltre 4 miliardi di euro, incassando gli oltre 330 milioni che le servivano per estinguere i suoi debiti con le banche.
La quota è suddivisa tra 18 diversi fondi. Il gestore americano, il più grande al mondo con circa 4.300 miliardi di dollari di asset in gestione per conto dei suoi clienti, ha così confermato il suo forte interesse per l’Italia. Non più tardi di una settimana prima, infatti, è diventato il primo azionista di Unicredit, qualche giorno prima era invece arrivato al secondo posto tra i soci di Intesa Sanpaolo.
In Mps Blackrock si colloca tra la Fondazione e il partner industriale Axa (poco sotto il 4%) dopo aver messo sul piatto circa 160 milioni di euro, una piccola fiche rispetto al proprio patrimonio gestito in tutto il mondo. Gli altri soggetti che hanno comprato il restante 7% di Mps in occasione dell’asta della Fondazione hanno ancora fino a martedì per comunicare la loro quota ma solo nel caso questa abbia superato la soglia del 2% o, in caso di fondi come Blackrock che possono avvalersi dell’esenzione prevista dalle norme Ue, il 5 per cento. Molti i nomi circolati in questi giorni come Jc Flowers che la Fondazione, rimasta ora con il 15,069%, non ha voluto né potuto rivelare.
L’Ente peraltro, che con la cessione ha messo in sicurezza i suoi conti e la sua stessa esistenza, vorrebbe rimanere nel capitale della banca anche dopo l’aumento di capitale che scatterà dopo il 12 maggio, magari con un partner ancora non noto. Anche per questo si sono rincorse più volte le voci di acquisti da parte di fondazioni o soggetti vicini a Rocca Salimbeni in grado di costituire un patto di sindacato dove l’Ente potrebbe tenersi circa il 4-5 per cento. La compagine dei soci di Siena sarà così profondamente diversa rispetto all’inizio dell’anno. Axa sottoscriverà la ricapitalizzazione pro quota e forse la stessa Blackrock ma è incerto chi saranno gli altri azionisti.
La mossa del fondo americano è solo l’ultimo tassello quindi di un ingente flusso di investimenti che si sta riposizionando dai paesi emergenti sull’Europa, specie in paesi con prospettive di recupero come Spagna o Italia che mostrano prezzi da saldo delle loro società. Un movimento caldeggiato dall’ex ministro del Tesoro Fabrizio Saccomanni, che a fine 2013 si recò appositamente negli Usa, e segnalato di recente dal governatore di Banca d’Italia Ignazio Visco secondo cui gli esami della Bce aumentando la trasparenza dei bilanci e rafforzando il patrimonio delle banche, attirano risorse sia dall’Italia che dall’estero sul comparto.
Certo si vedrà se la prospettiva di Blackstone e degli altri fondi sia quella di investitori di medio termine, in grado di sostituire i soci tradizionali quali le Fondazioni e attendere l’arrivo della ripresa. E quindi quali saranno gli effetti anche sul governo societario delle banche, tema sempre delicato in un Paese come l’Italia dove le imprese dipendono ancora in larga misura dai finanziamenti bancari. In ogni caso il peso degli investitori stranieri su Piazza Affari (e sui titoli di Stato) è cresciuto e questo aggiunge pressione agli appelli dell’Ue e di altre istituzioni internazionali al Paese.