Su La Repubblica del 18 Marzo, Rodotà ripropone il tema della messa in sicurezza della Costituzione: “Lo Stato costituzionale di diritto, connotato dal controllo di costituzionalità sulle leggi e dalla istituzione di uno spazio dei diritti fondamentali … appare oggi in discussione… Costituzioni e diritti appaiono un impaccio, lo si proclama talvolta apertamente, sempre più spesso si agisce come se non esistessero. Lo vediamo in Italia, ne abbiamo conferma in Europa… viviamo in una fase in cui la mancanza di un quadro istituzionale riconosciuto favorisce l’espandersi di poteri incontrollati?”
“Rivolgendo lo sguardo alle cose di casa nostra… La corsa ormai senza freni verso soluzioni maggioritarie, con seri rischi di incostituzionalità, può determinare un appannarsi di importanti garanzie costituzionali. Se vi è ancora memoria della nostra storia, si dovrebbe sapere che quelle garanzie erano state affidate dai costituenti a maggioranze calcolate con riferimento ad un sistema elettorale proporzionale, che consentiva un ampio pluralismo delle forze presenti in Parlamento. Di conseguenza, non v’era una concentrazione di potere in un partito o in una coalizione tale da consentire interventi in materia costituzionale affidati ad un solo soggetto, magari costruito artificialmente grazie a premi di maggioranza. Nel 1953, contro la “legge truffa” si adoperò proprio l’argomento di una concentrazione di potere nelle mani dei vincitori che poteva alterare gli equilibri costituzionali. E si deve aggiungere che il rischio oggi è maggiore, visto che quella legge tanto esecrata prevedeva che il premio di maggioranza scattasse solo se la coalizione superava il 50% dei voti.”
“È indispensabile, allora, una politica costituzionale che ridisegni il quadro delle garanzie, prevedendo maggioranze più larghe per la revisione costituzionale, l’elezione del Presidente della Repubblica e dei giudici costituzionali, mettendo in sicurezza proprio le istituzioni di garanzia e i diritti fondamentali. Non è un compito da affidare al futuro, ma un processo da avviare in parallelo con l’incombente forzatura maggioritaria. Altrimenti, eletta la ‘governabilità’ a feticcio indiscutibile, sarebbe travolto il sistema delle tutele, alterando in un punto nevralgico gli equilibri democratici”.
Rodotà mette in guardia contro “una sottocultura che vede la macchina dello Stato come [qualcosa]… che può essere manipolata secondo gli interessi di una maggioranza transitoria, e non come lo strumento per realizzare i principi e i diritti sui quali la Costituzione si fonda”. Solo presso la “Corte costituzionale e [la] Corte di Cassazione … per fortuna è rimasta vigile una cultura delle garanzie.” Ma solo affrontando questo problema e “dando attuazione ai valori non negoziabili della Costituzione… il Parlamento potrà recuperare un po’ della legittimazione perduta per il fatto d’essere stato eletto con una legge incostituzionale e per l’ormai radicata sfiducia dei cittadini”.
Il messaggio dovrebbe essere raccolto in primis dagli amici del Pd, e dibattuto in tutti i circoli; se non lo facciamo perdiamo l’anima e le ali (Francesco De Gregori), come partito e come paese. Amici del Pd: il paese ha bisogno del vostro “sale”! Ma vale anche per gli altri.
Sul modo di mettere in sicurezza la Costituzione di fronte a leggi maggioritarie, ho un’idea un po’ diversa da Rodotà: un’idea molto meno ortodossa e tradizionale, più innovativa, che può piacere o meno (e ai costituzionalisti non piace, perché nessuno di loro l’ha ancora studiata). Si tratta di attribuire, ad ogni Parlamentare, un voto ponderato su base proporzionale, per le sole votazioni delle leggi di modifica Costituzionale e l’elezione degli Organi Costituzionali di garanzia. Altrimenti “maggioranze più larghe” cosa significa? Di quanto più larghe? Non lo sai mai: dipende dalla legge maggioritaria adottata!
A parte i dettagli, è dal 2007 che chiedo al Pd di proporre un rafforzamento organico della democrazia nel paese. Rinnovo il mio appello, nel momento in cui ci apprestiamo a votare riforme elettorali iper-maggioritarie che distorcono profondamente la rappresentanza. Ricordiamoci delle battaglie dei nostri padri e i nostri valori fondanti: la democrazia e l’uguaglianza almeno delle opportunità! E se dobbiamo votare leggi maggioritarie, promuoviamo almeno un contestuale rafforzamento delle garanzie democratiche e costituzionali.